G. Gopikrishnan: L’illustrazione è un’opera d’arte indipendente

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G. Gopikrishnan (nato nel 1990) è un illustratore che vive a Kerala, in India. Prima di sviluppare il suo personalissimo senso artistico e il suo peculiare vocabolario visuale, ha ottenuto la laurea in chimica nell’università della sua città. Le illustrazioni di Gopi combinano elementi reali con il surrealismo, e l’impiego della grafite con l’arte digitale. La sua incredibile versatilità è un tributo alla sensibilità che riserva a ciascuno dei suoi soggetti. Le sue composizioni, così armoniosamente orchestrate, si giovano di un uso duttile del colore ad aumentare di pienezza ed di profondità.
Gopi ha dato avvio alla sua carriera di illustratore freelance nel 2017. I suoi primi lavori si sono svolti per il Samakalika Malayalam Weekly nel 2018. Successivamente, ha disegnato le copertine per i libri degli scrittori Devadas VM, Vishnu Prasad, S. Kalesh, Perumbadavam, Chithra Banerjee Divakaruni, Sonnet Mondal e altri. Dal 2019 ricopre il ruolo di illustratore per il Malayala Manorama Daily, oltre che per il mensile Bhashaposhini. Disegna inoltre le copertine per i Manorama Books. Nel novembre 2019 e nel giugno 2021 i suoi disegni sono divenuti le copertine di Bhashaposhini. Ha inoltre creato un’illustrazione sul 75° anniversario dell’indipendenza dell’India per le prime pagine del Malayala Manorama Daily.

Nessuno che abbia osservato i suoi dipinti potrebbe pensare che G. Gopikrishnan non abbia studiato pittura o che non volesse diventare un pittore. Ciascuno dei suoi dipinti si incide in profondità nei pensieri di chi lo guarda. La bellezza dell’arte nasce dall’osservazione attenta e dall’analisi.

Il mondo dei colori può confondere se stesso così come chi lo guarda. Costruire immagini affascinanti è molto complesso. Ma le tue opere riescono a farlo senza sforzo apparente. Come ti sei avvicinato al mondo dei colori?
Non ho mai puntato a diventare un pittore; quindi non ho cercato la possibilità di studiare pittura in forma professionale. La pittura non è mai stata una mia passione. Non ero esperto di storia dell’arte. Solo di recente ho iniziato ad appassionarmi alla pittura. Dipingevo un po’ da bambino. Per questo mio fratello mi fece frequentare lezioni di disegno. Credo di aver frequentato quelle lezioni, di domenica, per due anni. Questa è stata la mia esperienza nella pittura. Partecipavo ai concorsi della scuola, ma senza ricevere alcun premio. La maggior parte dei concorrenti erano pittori brillanti. Mi piaceva molto osservare la loro produzione.
Mi sono specializzato in Chimica. In seguito ho lavorato per un po’ come addetto alla qualità in un’azienda di trasformazione alimentare. Ho dovuto lasciare quel lavoro per motivi personali. In quel momento mi serviva un briciolo di speranza per resistere. Era un periodo in cui provavo un forte stress. Dormivo e mangiavo pochissimo. Iniziai a sentirmi come se stessi perdendo la sanità mentale. Era come tentare di applaudire sott’acqua.
A quel punto, su consiglio di un amico, decisi di fare qualcosa di creativo. Cominciai pian piano a disegnare. Per circa un anno fu come nuotare controcorrente. Poi iniziarono le pubblicazioni in rete, sui social. Così sono entrato nel mondo dell’arte senza accorgermene. Avevo ben poca fiducia di poter concludere alcunché in questo settore. L’enorme supporto di alcuni amici è stato ciò che mi ha permesso di resistere. Il poeta Vishnu Prasad è uno fra questi. 

Viviamo nei tempi in cui nella pittura vengono utilizzate le tecnologie digitali. Che idea ti sei fatto circa il potenziale dei metodi digitali? Le tue opere evidentemente comprendono diversi strumenti e media. Uno stile così variegato è il risultato di uno sforzo consapevole?
Apparentemente il futuro sarà delle illustrazioni digitali. Il lavoro di un artista si è completamente spostato sul digitale. Personalmente, non mi sforzo di preservare un mio stile immutabile. Ho sempre cercato di introdurre il massimo possibile di variabilità nell’arte. I dipinti realizzati sempre con lo stesso stile sembrano stancare in fretta chi li osserva, anche quando si tratta di lavori in digitale. I diversi media sono quindi volutamente utilizzati per costruire delle differenze. A me personalmente piace anche lavorare su carta, e non solo come illustratore digitale. In sostanza l’arte che creiamo è la cosa più importante. Che sia digitale o cartacea, o un mix dei due, non mi sembra così determinante.

Dal quotidiano “Malayala Manorama”, pagina centrale illustrata per la celebrazione del 75 ° anno del giorno dell’indipendenza dell’India (digitale) pubblicato il 15 agosto 2021 (Malayala Manorama è il giornale quotidiano in Malayalam per cui Gopi lavora).

Prendendo a modello la fotografia, ci sono immagini create in modo tale da essere indistinguibili dalla fotografia stessa. Come vedi questa linea di tendenza?
I dipinti fotorealistici sono davvero una forma d’arte. Richiedono molta pazienza e impegno. Ma mi restano dei dubbi sul risultato. Come possiamo dire se un fotografo ricrea le immagini in pochi secondi o in ore? Solo che è un lavoratore molto paziente. L’immagine svanirà e il lavoro dell’artista rimarrà lì, come in bilico. Questo è un problema di tutte le immagini realistiche che non sfidano in alcun modo la fotografia. Guarda, le tecnologie visuali avanzano al galoppo. Prospettive che non abbiamo mai visto prima si affacciano continuamente in nuove immagini fisse e in movimento. Questa è una sfida per i pittori. Non è importante il punto di vista che utilizzi per rappresentarle. Ma devi avere come obbiettivo composizioni che nessuno ha ancora creato.

È tempo di manifestare prudenza nei dipinti. Pur essendo comunque un’opera d’arte, è possibile che un’opera d’arte venga creata indipendentemente dalle pressioni esterne?
Sì, il pittore deve stare attento a non lasciare che le linee diventino inumane. Sembra che la nostra società si stia incanalando verso una mentalità molto limitata. Le società si avvicinano all’arte come se si trattasse di un’emozione che causa spavento, indipendentemente dal fatto che sia arte o meno vera. Le emozioni delle persone si sono velocemente indirizzate verso una società dolorosa. Io non potrei assolutamente essere d’accordo con questi pensieri e con queste tendenze.

Illustrazione di copertina per “Bhashaposhini Annual” (digitale) pubblicata nel giugno 2021

Come vedi il potenziale della pittura come artista? Hai mai sentito il bisogno di cambiare le tecniche di pittura o il modo in cui la pittura stessa viene insegnata?
L’animazione è il passo successivo alla pittura. La sua bellezza e il suo senso risiedono nel fatto che, attraverso la pittura, è possibile creare scene e suggestioni che nessun essere umano ha mai visto o immaginato. Il linguaggio visivo è uno dei linguaggi più importanti dell’essere umano, insieme al movimento e al flusso di immagini e di immagini/forme. Anche la scrittura appare da sempre legata al linguaggio visivo.

Ci sono così tanti artisti in attività. Molte persone stanno cercando di ricavarsi uno spazio tutto loro con nuovi strumenti espressivi. Come vedi l’emergere di nuovi artisti che non hanno studiato pittura, e come valuti la loro abilità compositiva?
Ci sono molte persone in giro che disegnano magnificamente. Per disegnare magnificamente bisogna anche pensare in un modo che sia fuori dal comune. Anch’io sono un nuovo arrivato. Non possiedo una competenza sufficiente per dare valutazioni.

Illustrazione di copertina per Bhashaposhini – edizione del novembre 2019 – Lavoro a tecnica mista (lavoro a penna + digitale).
(Bhashaposhini è la rivista dello stesso gruppo editoriale. La copertina del Novembre 2019 è molto bella perché rappresenta la storia di Kerala.)

I momenti romantici nei tuoi dipinti emozionano più delle parole. La loro bellezza è ragguardevole. Com’è possibile?
Il mio approccio al lavoro in ogni ambito è in qualche modo costante. Il mio metodo di lavoro assomiglia al condurre un esperimento di laboratorio. Solitamente non provo alcuna forma di emozione mentre lavoro. La gioia nasce quando qualcuno la sente, e afferma di provare quindi una sorta di connessione. Aggiungere e sottrarre, con un procedimento decisamente artificiale, per ottenere un’illustrazione che sia unica è come condurre un esperimento di laboratorio. Fra tutti i tentativi, alcuni risultano validi e altri no. Non è che vengano aggiunti ingredienti per rappresentare l’amore, proprio no. In sintesi, io non creo per il mio piacere personale. Lo scopo è creare una forma d’arte che altri possano in qualche modo apprezzare; è solo che ho fissato alcuni punti fermi per riuscirci.

Illustrazione per il romanzo ‘Uragam’ di G.R, Indugopan. Pubblicato in Malayala Manorama Annual 2021. (Penna su carta).

Al di là di ciò che è creazione dello scrittore, in che modo riesci a rendere i gesti romantici una realtà sulla tela?
Vedo un’illustrazione, anche se riferita a un lavoro di letteratura, come un’opera d’arte autonoma. Come un altro modo che il lettore può scegliere, come se fosse una lettura differente. Ma le radici di entrambi ricevono acqua e nutrimento dalla stessa terra, e condividono gli stessi sentimenti. Sono arrivato a questo punto di vista a forza di chiedermi come fosse possibile sfidare l’immaginazione del lettore riproducendo nel disegno quasi esattamente quanto veniva descritto. 

Lavoro senza titolo (digitale) 2021

Ti sei mai sentito obbligato a leggere per disegnare? Le forme ti nascono in mente attraverso il leggere o attraverso il disegnare?
Leggere non mi è mai sembrato un obbligo. Dopo aver letto un romanzo o una storia che mi suscita interesse, e dopo essermi seduto per disegnarne, emergono molte idee e intuizioni. Non penso a disegnare mentre leggo. Cerco invece di immergermi il più possibile nella lettura, perché per me il disegno è un processo decisamente artificiale, in cui devo essere estremamente concentrato.


Traduzione di Emilia Mirazchiyska e Ra Sh
Intervistato da Nidhin VN per WTPLive
https://wtplive.in/Interview/nidhin-vn-with-g-gopikrishnan-2672 

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