Una bella raccolta di short stories. Cosa c’è di strano? Il fatto che in Italia solo editori coraggiosi si sono presi, nel tempo, la briga di pubblicare racconti. E la Tranchida, casa editrice del cui catalogo ho avuto l’onore di far parte con i miei primi due libri, di coraggio (e di fiuto) ne aveva tanto.
O. Henry (pseudonimo di William Sidney Porter) è un autore pressoché sconosciuto da noi – come del resto i Ring Lardner sr e jr – anche se Pavese, uno dei nostri americanisti più accreditati, lo poneva a livello di Sinclair Lewis e di William Saroyan. Uno scrittore dalla vita intensa e sregolata, O. Henry, che da essa prenderà spunto per raccontare le sue strambe storie. Il miglior racconto di questa raccolta, indubbiamente, è “L’ultima foglia” (The Last Leaf).