Spogliamoci così senza pudor

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Spogliamoci così senza pudor è una commedia sexy a episodi, genere congeniale a Sergio Martino, sempre molto bravo a gestire situazioni comiche e al tempo stesso piccanti. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Raimondo Vianello e Alessandro Continenza, da ricordare pure le musiche di Enrico Simonetti. Gli interpreti sono di altissimo livello e rappresentano il meglio della commedia sexy anni Settanta.

Il detective è il primo episodio, con protagonista Aldo Maccione nel ruolo di un investigatore che si occupa di tradimenti. Alvaro Vitali è un assistente pasticcione che si fa chiamare agente XX2 ma non disdegna di fare la spesa alla moglie del principale (un’attraente Maria Baxa). Ria De Simone è la prosperosa moglie del cliente (Marcello Mandò), fedelissima e dedita a opere pie, ma il detective ha capito che il marito paga bene e allora cerca di trovare prove di presunti tradimenti. Alla fine è Maccione che ci rimette, perché il cliente va a letto con sua moglie mentre lui continua gli appostamenti inutili per sorprendere la De Simone. L’episodio è molto divertente. Maccione interpreta una parte congeniale da simpatica canaglia che si crede intelligente ma non lo è poi troppo. Vitali è una buona spalla che ripete per filo e per segno le parole del capo, ma nel suo caso bastano il fisico e il modo di parlare per far sorridere. Maria Baxa e Ria De Simone fanno intravedere le loro grazie e danno un po’ di sale alla parte sexy della commedia, soprattutto la De Simone si lascia riprendere in diverse inquadrature tipiche del genere. Battuta storica di Maccione sulla moglie che si dedica alle opere pie: Sì, pialo oggi, pialo domani… Da ricordare anche l’ordine delle incazzate fradice con Vitali vestito da suora che finisce in un laghetto per spiare la bella moglie.

La squadra di calcio non vede tra i protagonisti la calciatrice lesbica Ria De Simone, come afferma Marco Giusti, che forse non ha visto il film. Il ruolo della calciatrice sexy è di Brenda Welch, attrice di bella presenza non molto utilizzata nel cinema di genere. Enrico Montesano è il vero mattatore nei panni di Dante Zatteroni, un allenatore maneggione che serve per criticare gli scandali calcistici del periodo. Montesano è un ex calciatore del Genzano squalificato a vita per aver venduto una partita in combutta con un amico (Gianfranco Barra) che adesso fa l’allenatore nel calcio femminile. Zatteroni vuole aiutare il collega a vincere il campionato e si fa ingaggiare dalla sua squadra travestito da oriunda polacca. Mitica la battuta di presentazione al vecchio amico imbroglione: Io nun vojo rivangà er passato ma nemmeno vojo rivangà la terra! Va da sé che Zatteroni chiede una tangente di un milione per far vincere la squadra con il suo stratagemma. La mise di Montesano vestito da donna è indimenticabile: abito rosa a quadri, lunghe trecce, voce in falsetto e atteggiamenti femminili amplificati al massimo. Zatteroni ha i primi problemi nello spogliatoio quando deve fare la doccia vestito e subito dopo evita la collega Brenda Welch che vorrebbe andare a letto con lui. Marzio C. Honorato interpreta il figlio del presidente avversario che vorrebbe circuire la calciatrice e spomparla prima della gara. Non ce la fa perché è troppo brutta ed è un altro pericolo scampato. Montesano che si depila a fondo con schiuma da barba e lametta è un altro spettacolo incredibile, ma pure durante la partita è divertente vederlo segnare e tastare il sedere alle compagne. Voi c’avete er culo bono, altro che piedi! Alla fine l’imbroglio è scoperto nel più classico dei modi: Montesano si mette in barriera e per sembrare una vera donna si copre il seno, ma una pallonata al basso ventre lo lascia senza fiato. Martino si destreggia molto bene con la materia calcistica e sa fare intelligente ironia sul gioco più amato dagli italiani.

Il terzo episodio è L’armadio di Troia, interpretato da Barbara Bouchet, Alberto Lionello, Ninetto Davoli e Nadia Cassini. Lionello e la Bouchet sono una coppia di ricchi snob che devono partire per una gita in barca, ma lui vorrebbe andare dall’amante (Nadia Cassini) e cerca di trovare una scusa per scappare. Lionello fa il produttore di film dai titoli inequivocabili come Le studentesse nude nel collegio delle vergini violentate ed è solito spassarsela con le attrici che ingaggia. La parte sexy del film è assicurata dalla presenza di una giovane Cassini, doppiata in francese e inquadrata costantemente sul posteriore. Tre ladruncoli (Davoli, Di Pinto e Pellegrino) architettano il trucco dell’armadio di Troia e lasciano uno di loro (Davoli) chiuso dentro la villa per rubare. La commedia degli equivoci tocca il culmine quando Lionello fugge dalla barca con una scusa e porta a casa la Cassini, ma la Bouchet si insospettisce e rientra per sorprenderli. Nella villa c’è una piccante scena sexy interpretata dalla Cassini e da Lionello che garantisce all’episodio una buona componente erotica. Quando arriva la moglie, Lionello chiude la Cassini nell’armadio e là dentro incontra Davoli che riprende un’interiezione francese ed esclama (riferito alla Cassini): Che cochon e che culon! Va da sé che i due si danno da fare al punto di far muovere l’armadio come se ci fosse un terremoto. L’episodio ricalca lo schema della commedia all’italiana classica arricchita con elementi di erotismo ed equivoci a non finire. Alla fine la moglie scopre Davoli nell’armadio e lui si finge omosessuale: C’ha scoperto e ciccia ar culo! Per salvare l’onore Lionello è costretto a far vedere la Cassini nascosta: Gambe, culo e tette è il genere mio! Nella bagarre finale vediamo il marito infilato nell’armadio e scaricato, mentre Ninetto Davoli deve soddisfare le voglie della Cassini e della Bouchet.

Il quarto episodio (La visita) ha come interpreti principali Johnny Dorelli e Ursula Andress, due amanti che cercano di passare un po’ di tempo insieme ma non ci riescono. Il tormentone dell’episodio è la morte del notaio Partibon, che vive nello stesso condominio della Andress e per una serie di equivoci Dorelli finisce in casa sua e si spaccia come intimo amico del defunto. Tra gli attori troviamo anche un ottimo Gianrico Tedeschi (amico di Dorelli) e un diligente Daniele Vargas nei panni del marito tradito. Ursula Andress garantisce una presenza sexy e conturbante dopo le convincenti interpretazioni di James Bond – 007 Casinò Royal (1967) e L’infermiera (1975) di Nello Rossati. Basta che si intraveda un seno o una lunga coscia mentre si cambia d’abito per avere una sufficiente tensione erotica. Partibon è morto, balbetta Dorelli ogni volta che finge di sbagliare piano per incontrare l’amante. Per un motivo o per l’altro la moglie non è mai sola, Vargas apre la porta all’amante per ben due volte, lo sorprende con i fiori e alla fine chiede spiegazioni di quello strano comportamento. Dorelli si spaccia come figlio naturale di Partibon e Vargas, come avvocato del notaio defunto, lo fa riconoscere dalla famiglia. La visita è una commedia all’italiana classica basata sugli equivoci e risultano quasi inesistenti le situazioni tipiche del cinema sexy. Molta comicità, invece, da un Dorelli che beve volontariamente grappa fino a ubriacarsi, per finire con una bara che cade su un motoscafo nel Canal Grande e i parenti la inseguono.

Il Mereghetti fa una gran confusione di attori e di trame, però stronca senza pietà una commedia che resta un lavoro piacevole. Fa bene Marco Giusti a definirla “commedia erotica alta” perché il livello di scrittura cinematografica è ottimo, così come la direzione del regista non risente di cali di ritmo.

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Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

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