Un risveglio senza risveglio
L’autore mette in scena la nostra miseria di esseri umani attraverso un crescendo di considerazioni che, come nella Creazione, si svolge in sette giorni, l’ultimo dei quali corrisponde alla presa d’atto di una sconfitta. Di Carlo squaderna il senso irrisolto del nostro non divenire quotidiano smascherandone l’ipocrisia e sollevandone il velo, mostrandoci il nostro essere inermi di fronte alla nostra stessa inerzia. Riflessione sull’eterno presente delle nostre vite, che invecchiano senza che ce ne accorgiamo, e sul senso che invano fingiamo di voler dare al nostro esistere: coltivando una speranza con cui guarnire la sopravvivenza. Un libro che induce (e forse invoca) la riflessione su se stessi e la cui lettura non lascia indenni: perché è sempre troppo tardi per le intenzioni mai messe in atto.