Yukio Mishima – Confessioni di una maschera

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Confessioni di una maschera, di Yukio Mishima, è un romanzo breve ma complesso, ambizioso ma non del tutto risolto. Pur utilizzando la prima persona non è una vera autobiografia: piuttosto una riflessione, narrata con toni allucinati, sul ruolo dell’individuo nella società e sull’influenza che educazione e dettami sociali possono avere sullo sviluppo di una persona.

Kochan è un ragazzino sensibile, costretto a crescere in un contesto sociale e familiare rigido e autoritario: la progressiva scoperta della propria omosessualità lo getta in una profonda crisi, poiché non vede sbocchi per il futuro e vive nell’ansia che il suo comportamento possa deludere le aspettative di parenti e amici, con i quali non può confidarsi. Convinto che gli sia preclusa per sempre la possibilità di amare, poiché non riesce a trasformare il godimento estetico in un sentimento che possa essere condiviso, il ragazzo decide così di crearsi una falsa personalità, da indossare come una maschera, per proteggere la sua sensibilità dalla condanna altrui, ma scopre presto che la maschera è anche una prigione, poiché condanna all’ombra il suo vero io.
Inoltre Kochan si convince che anche chi lo circonda viva un dramma analogo, trasformando così ogni esistenza in un’infinita recita nella quale è vano cercare anche solo un barlume di autenticità. Eppure sa che l’unico modo per gettare via la maschera è accettare se stesso e vivere la vita secondo le proprie inclinazioni, piuttosto che secondo le regole imposte da una società chiusa e antiquata, verso la quale ha un atteggiamento sempre più critico.

Pur essendo breve, si tratta di una lettura impegnativa, poiché l’autore affronta un tema fondamentale della letteratura del ventesimo secolo, nella quale la riflessione sulle molteplicità dell’io assume un ruolo predominante; Mishima ricorre però allo stile aspro ma sorvegliatissimo ed ermetico tipico della letteratura giapponese, che può spiazzare il lettore non preparato.
Per lettori coraggiosi e attenti.

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Valentina Leoni è musicista e storica dell'arte, ha scritto e scrive recensioni e articoli riguardanti libri e fumetti per diversi siti. Attenta conoscitrice della cultura giapponese, ha fatto parte del comitato scientifico della mostra Dai Samurai a Mazinga Z (Casa dei Carraresi, Treviso ottobre 2014) ed è da anni collaboratrice di Radio Animati per la quale ha curato di recente la trasmissione Yatta: Luoghi Non Comuni sull'Animazione Giapponese.

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