Roberto, ex tossico, incontra quasi per caso Maria; che non è bella e ammaliante come Frida, l’ex fidanzata, ma che gli risulta irresistibile grazie alla sua innocente ingenuità. Sarebbe una relazione perfetta se la ragazza non avesse una madre bloccata su una sedia a rotelle dall’artrogriposi (la cosiddetta sindrome della bambola di legno) e ossessionata dalla religione, una madre che ha riempito la casa di crocefissi per proteggersi dal demonio che, ne è convinta, perseguita la sua famiglia. Un’ossessione che sembra dover travolgere anche Maria, distorcendo la percezione della realtà fino a trascinare nel delirio anche il protagonista.
Malattia mentale o realtà diabolica? Follia o manifestazione del male? Roberto non lo sa, e cercherà di districarsi in una vicenda più complicata di quanto la sua mente possa concepire.
Airam, horror psicologico ispirato a un fatto di cronaca nera realmente accaduto, è una storia d’amore, di sesso, di impossibili redenzioni; ma anche di possessioni, di incidenti mortali, di incesti, di suicidi e omicidi, veri o presunti. Mentre il male che stringe il terzetto s’insinua nella normalità poco a poco, il passato della famiglia di Maria si disvela inesorabile, fino al trauma dello sconvolgente segreto che ha portato al minaccioso presente. E Maria potrebbe trasformarsi da un momento all’altro nel proprio opposto, Airam, la negazione della ragazza che Roberto ha conosciuto, trascinando tutti nel buio della morte.
Monteduro parte dalla quotidianità per introdurre un orrore ambiguo, inafferrabile, che avanza strisciante tra le pagine del romanzo avviluppandoci piano piano, fino a esplodere nell’imprevedibile finale. Una storia sempre in bilico tra razionalità e sovrannaturale, tra logica e superstizione, talmente realistica da farci dubitare della realtà. Perché forse il male vince solo se ci credi. E l’orrore, quello vero, è dentro di noi.