Il misterioso fascino di Stieg Larsson
Negli anni Sessanta una ragazzina scompare nel nulla su un’isola svedese, durante una festa di famiglia. Lo zio la cerca per i trentasette anni successivi, arrivando ad affidare le indagini a un giornalista in crisi di popolarità e a un hacker psicolabile.
C’è del marcio in Scandinavia, ma non occorreva questo romanzo per scoprirlo: quello dell’isola felice è un luogo comune sfatato da tempo. La ricetta di questo romanzo, lunghissimo e lento, è semplice: prendete un po’ di luoghi comuni tipici del giallo moderno (ricchi uomini d’affari pervertiti, fanciulle indifese vittime di padri orchi, nazisti, crimini informatici, serial killer, maniaci religiosi) e protagonisti tratti di peso dal cinema di consumo, mescolate bene, ma non tanto da destare l’attenzione del lettore, e otterrete il libro di Stieg Larsson.
Non che Uomini che odiano le donne sia un brutto libro: è un buon thriller, anche se prevedibile, e può bastare per una lettura “da ombrellone”, niente di più. Stupisce il successo ottenuto: di libri simili – troppo simili – ne abbiamo letti a decine senza scaldarci troppo.
Resta un mistero come l’autore sia riuscito a cavarne addirittura una trilogia.