Dopo 8 anni il Punitore ritrova Microchip (David L. Lieberman), un tempo suo socio e amico, compagno di centinaia d’avventure, che ora cerca di arruolarlo in una branca deviata della CIA. Intanto Cosa Nostra, dopo che Punisher ha compiuto una strage di capomafia, fa di tutto per ucciderlo.
Punisher: In the Beginning di Garth Ennis e Lewis Larosa, considerata una delle migliori storie di Punisher mai realizzate, si concentra su una nuova caratterizzazione del personaggio e sulle sue motivazioni. Ennis riesce a catturare l’essenza della personalità del Punitore, con un dialogo asciutto e diretto che si adatta perfettamente alla sua personalità. L’aspetto più interessante, tuttavia, è l’approfondimento della psicologia del protagonista, rappresentato come un giustiziere reazionario, più spietato dei suoi nemici e incapace di empatia anche verso gli amici.
La scrittura è supportata magnificamente dal disegno di Lewis Larosa, che si dimostra maestro nel rappresentare la violenza cruda e realistica che caratterizza il nuovo ciclo del personaggio, rendendo la lettura più intensa e preoccupante e le atmosfere cupe e avvolgenti.
Ciò nonostante, la rilettura del personaggio vira sempre più su posizioni intransigenti e destrorse, che troveranno pieno compimento nei lavori successivi. Infatti in questo romanzo grafico Frank Castle, alias il Punitore, non è un eroe, ma neppure un antieroe: è un mostro, un macellaio travestito da giustiziere che pensa solo ad ammazzare.
Un’opera a fumetti sconsigliata ai deboli di stomaco e a chi milita a sinistra.