Jun’ichiro Tanizaki – Neve sottile

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L’altera Tetsuko, la materna Sachiko, la timida Yukio e la riottosa Taeko sono le quattro sorelle protagoniste di Neve sottile, che narra la loro quotidianità nel Giappone degli ultimi anni Trenta del Novecento, appena prima che la Seconda Guerra Mondiale distruggesse quella serenità che Jun’ichiro Tanizaki descrive abilmente attraverso le immagini dell’annuale hanami a Kyoto, delle prove delle danze tradizionali, delle ore trascorse in esercizi di calligrafia o a provare kimono.
Filo conduttore della vicenda è la ricerca di un marito per Yukiko, la più introversa e solitaria delle sorelle. Yiukiko è un personaggio enigmatico, poiché non sembra essere in grado di opporsi ai desideri della famiglia, rigidamente patriarcale e ancorata alle tradizioni, ma è la perfetta immagine della vittima sacrificale ogni volta che viene organizzato per lei un miai per farle incontrare un pretendente, sul quale però non ha comunque l’ultima parola: è il capofamiglia a stabilire se sia o meno degno di lei.

Il libro, con le sue piccole storie quotidiane da cui emergono le psicologie dei personaggi, e con le accurate descrizioni di usi e tradizioni, è la rappresentazione di un Giappone perduto, spazzato via –pochi anni dopo la pubblicazione del romanzo – dalla tragedia di una guerra che molti non volevano. Fu compito di alcuni intellettuali, come appunto Jun’ichiro Tanizaki, puntare il dito contro chi aveva alimentato quella follia propagandandola sotto l’etichetta di patriottismo. Neve Sottile è un vero e proprio atto d’accusa contro chi fu il responsabile della distruzione di quel mondo, che ora si può solo rimpiangere.

I protagonisti guardano all’imminente guerra non con l’entusiasmo dei fanatici militaristi o col senso di abnegazione dei patrioti, ma con lo sgomento e l’ansia di chi ne prevede la portata catastrofica, senza una parola di elogio per l’imperatore e per la sua politica aggressiva: una critica tanto aperta che attirò sull’autore gli strali della censura e il suo romanzo venne bandito nel 1942. Passarono anni prima che fosse nuovamente messo in circolazione, rendendolo uno dei più eclatanti casi di censura letteraria del secolo passato.

Se cercate una lettura impegnata, di quelle che vanno analizzate con pazienza perché ciò che non è scritto è altrettanto importante di ciò che si trova già sulla pagina, procuratevi questo romanzo, scritto nella prima metà del secolo XX ma tutt’altro che inattuale.

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Valentina Leoni è musicista e storica dell'arte, ha scritto e scrive recensioni e articoli riguardanti libri e fumetti per diversi siti. Attenta conoscitrice della cultura giapponese, ha fatto parte del comitato scientifico della mostra Dai Samurai a Mazinga Z (Casa dei Carraresi, Treviso ottobre 2014) ed è da anni collaboratrice di Radio Animati per la quale ha curato di recente la trasmissione Yatta: Luoghi Non Comuni sull'Animazione Giapponese.

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