Milan Kundera – Il sipario

0
335

Non moriremo nello stesso mondo in cui siamo nati, scrive Kundera, e basterebbe quest’affermazione illuminante a fare del libro, pubblicato come sempre da Adelphi, una lettura consigliata. Per Kundera siamo tutti disperatamente inchiodati al tempo e al luogo della nostra nascita, quindi facciamo resistenza a tenere il passo di un mondo che cambia inesorabile e che non potrà essere sempre identico a quello dei tempi giovanili. Ma sono molte le considerazioni condivisibili, profonde ma semplici, espresse dallo scrittore boemo.
Tanto per contraddire quel che abbiamo appena scritto, diciamo che si sarebbe infuriato nel sentirsi definire autore cecoslovacco o boemo, regionalizzato in una realtà che non gli apparteneva. Scrive infatti che Kafka, ceco di cittadinanza, è scrittore tedesco a tutti gli effetti: non solo ha scritto in tedesco (e tale si considerava) tutte le proprie opere, ma se, per puro caso, le avesse scritte in ceco, oggi nessuno lo conoscerebbe.

Kundera parla di modernismo, dice che il solo modernismo possibile è il modernismo antimoderno; definisce il kitsch come pane sopra il quale si è versato un po’ di profumo e aggiunge che quasi sempre il kitsch è volgare (dal latino vulgus, popolo) ed è tutto quello che non può essere considerato raffinato.

Il sipario perfeziona tesi già espresse nell’Arte del romanzo, ma non vuol essere una scuola di scrittura (per quello esiste la clownesca Scuola Holden): lo scopo del grande autore non è fatturare, ma spiegare al mondo delle lettere la differenza tra surrealismo ed esistenzialismo, fino a concretizzare un’idea di romanzo moderno. Il compito di uno scrittore contemporaneo è quello di spingersi oltre la frontiera della verosimiglianza, di superare la barriera del realismo. L’esempio che Kundera porta è quello di Garcìa Marquez che, con Cent’anni di solitudine, esprime la libertà più assoluta del racconto, raccogliendo l’eredità del surrealismo.
Il sipario è una riflessione sul romanzo come arte autonoma da inserire nel contesto di una grande storia sovranazionale. Kundera affronta Cervantes, Goethe, Stern, Flaubert, Carpentier, Joyce… e rilegge le loro opere, sviluppando da importanti testi classici la propria poetica del romanzo. Parla di romanzi che citano altri romanzi, di opere compiute che si nutrono alla fonte di altre opere e che rimandano a romanzi del passato, sottolineando che il romanzo è un osservatorio dal quale si può abbracciare la vita umana nel suo insieme.

Kundera apre Il sipario della sua teoria del romanzo e la illustra senza ricorrere a termini accademici, parlando di letteratura e filosofia con grande semplicità. Tutto nasce con il Don Chisciotte di Cervantes: è quel testo basilare che apre Il sipario, che svela l’arte del romanzo, che la inaugura inserendo il comico là dove c’era solo il tragico.

Molto interessante l’intera parte dedicata alla memoria. Kundera afferma che le cose che succedono vengono recepite in modo più forte quando sono agli albori degli accadimenti. Il rumore delle auto, per esempio, si percepiva più nitido, e persino più disturbante, quando per le strade di Praga circolavano poche macchine. Pure gli eventi politici colpiscono di più al loro inizio: in seguito abbiamo l’assuefazione ai fenomeni, com’è accaduto nel capitalismo, combattuto con forza negli anni Settanta, adesso accettato (bene o male) come un dato di fatto ineluttabile.

Kundera approfondisce anche il concetto di memoria storica relativa: il fatto che tendiamo a dimenticare e ad avere una memoria distorta. Nessuna persona racconta mai lo stesso libro nell’identico modo, perché ogni percezione è relativa, ogni lettore dà maggiore importanza a certi particolari, ciascuno è colpito da eventi diversi. La memoria storica è importante anche nel romanzo, ma purtroppo alcuni eventi sono così immensi e ancora così caldi e diversamente interpretabili che non hanno avuto un romanzo per raccontarli. L’invasione dei carri armati a Praga, evento che tocca in modo particolare l’autore sconvolgendo la sua vita, oltre a far cambiare la Storia ceca in un solo giorno, per lo scrittore non avrebbe ancora trovato il suo romanzo.

Questo scrive Kundera: forse per modestia, forse perché non riteneva la sua opera così definitiva in tema di storia ceca, ma noi crediamo che quel giorno infausto e quel periodo storico il suo cantore l’abbia trovato. Basta leggere L’insostenibile leggerezza dell’essere, continuare con Amori ridicoli e andare avanti sfogliando le pagine di uno scrittore boemo diventato – suo malgrado, ma per fortuna della letteratura – francese.

SHARE
Articolo precedenteEdward Thomas – Adlestrop
Articolo successivoRishi Dastidar – Neptune’s Projects [I progetti di Nettuno]
Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *