Un padre si rivolege al figlio Marwan rievocando i ricordi condivisi di una Homs anteguerra, che il piccolo potrebbe non rammentare dopo che il cielo ha sputato bombe dettando una legge di distruzione di sangue. Per giungere insieme a lui sulle rive di un mare sul quale si affacciano bambini, donne e uomini di svariate nazionalità e che parlano lingue sconosciute: afghani, somali, iracheni, eritrei e, naturalmente, siriani. Tutti alla ricerca di una nuova patria. Ma nei luoghi in cui vorrebbero cercare salvezza non sono benvenuti, e il padre prende la mano del figlio cercando di rassicurarlo che non gli succederà niente di male. Ma nell’esodo sull’acqua non si può far altro che pregare. Pregare di non essere inghiottiti dalle onde ribollenti. E sperare in un approdo.
Preghiera del mare è un testo brevissimo e toccante, fortemente emotivo, che riesce a evitare la retorica e a scalfire quella patina di sovrana indifferenza che ci distacca dalle disgrazie altrui. Le straordinarie illustrazioni a colori di Dan Williams, che accompagnano il testo in ogni pagina, rendono ancora più suggestiva la narrazione, che nella sua incisività ci fa cogliere appieno la sostanza dei viaggi verso la speranza: la realtà che si trovano ad affrontare i profughi che affrontano il mare per sfuggire alle guerre e alle persecuzioni, che ritrovano in altra forma sulle rive straniere di uno stesso mare.
Roberto Saviano, anche traduttore, scrive una prefazione non necessaria, ma poco importa, perché questo libro, che dovrebbe accompagnare i nostri pensieri tutti i giorni, è un invito all’accoglienza e alla comprensione scritto con delicatezza e sensibilità eccezionali.
Un testo necessario, da leggere e rileggere, da proporre nelle scuole e da regalare: parte del ricavato andrà all’UNHCR, l’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, dedicata alla protezione e al sostegno di rifugiati e sfollati in tutto il mondo. Una goccia nel mare, ma è di gocce che il mare è composto.