Carlo Cassola – Il taglio del bosco

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La natura del dolore

Guglielmo è al comando di una squadra di quattro boscaioli che ha il compito di tagliare un intero bosco sul monte Berignone: un lavoro che occuperà l’autunno e l’inverno. In un mondo che pare senza tempo e lontano da tutto e da tutti, in un freddo paesaggio di boscaglie battuto dalla pioggia, i cinque protagonisti si muovono quasi come spettri, figure che incarnano, ognuna, un aspetto della vita di montagna, fatta di faticose giornate sempre uguali, di ritmi collaudati e soprattutto di un silenzio difficile da riempire, anche con il gioco delle carte o con i racconti.
Ma Il taglio del bosco non è solo il diario di lavoro di ruvidi boscaioli di poche parole: su tutta la vicenda pesa il dolore sordo e angosciante di Guglielmo, che ha appena perso l’amata moglie e cerca disperatamente qualcosa a cui aggrapparsi per non sprofondare completamente e per recuperare la serenità perduta. Il paesaggio ombroso e il clima freddo rispecchiano il suo stato d’animo e, con i loro mutamenti, sembrano assecondare la tetra malinconia che vorrebbe tenere a bada tramite il lavoro.

In questo racconto, Carlo Cassola descrive vite semplici di montanari ai quali conferisce un preciso carattere e una ben delineata psicologia. Lettura veloce ma di notevole profondità, Il taglio del bosco suggerisce, più che descrivere, la solitudine umana di fronte al dolore, che non può essere raccontato, ma soltanto intuito e per il quale sembra non esserci consolazione.

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