Kazuo Ishiguro – Quel che resta del giorno

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«I grandi maggiordomi sono grandi proprio per la capacità che hanno di vivere all’interno del loro ruolo professionale e di viverci fino in fondo.

Essi portano su di sé la loro professionalità allo stesso modo in cui un vero gentiluomo porta l’abito che indossa: sarà egli stesso ad abbandonarlo quando stabilirà di farlo e soltanto allora, cosa che invariabilmente accadrà quando egli sarà rigorosamente solo».

Il narratore è Mr. Stevens, impeccabile maggiordomo inglese che ha dedicato la propria vita al servizio di Lord Darlington, dirigendo e curando nei minimi dettagli la sua splendida tenuta di campagna.

La storia ha inizio quando i tempi dorati di Darlington Hall sono ormai lontani: la decadenza dell’aristocrazia inglese ha imposto un nuovo proprietario, un ricco uomo d’affari americano con maniere molto più informali.

Proprio su invito di Mr. Farraday, però, Stevens decide di concedersi la sua prima, breve vacanza. A giustificare la partenza arriva anche una lettera ricevuta dopo sette anni di silenzio da Miss Kenton, ex governante della casa, piena di nostalgia per il vecchio posto di lavoro. Inizia così un tranquillo viaggio attraverso villaggi immersi nella campagna, cui si sovrappone presto un erratico girovagare tra i ricordi di una vita.

Ishiguro costruisce con delicatezza un personaggio straordinario, archetipo di una delle figure più rappresentative dell’immaginario britannico, ma al tempo stesso uomo complesso e sensibile, che il lettore è invitato a riconoscere dietro il racconto.

I princìpi cui Stevens si è sempre ispirato per raggiungere lo status di “grande maggiordomo”, infatti, sono la dignità e la dedizione assoluta, accompagnate da una cieca fiducia nella bontà e nell’onestà del suo padrone.

Sta al lettore riuscire a comprendere quante rinunce e quanti rimorsi vi siano dietro alle sue scelte, quanti sentimenti abbia negato persino a se stesso nel corso degli anni.

In uno spaccato realistico e dettagliato dell’ambiente aristocratico inglese tra le due guerre mondiali, il libro regala un bellissimo mosaico di personaggi e sentimenti, calati nello sfavillante contesto di Darlington Hall: palcoscenico di relazioni diplomatiche internazionali quanto di piccoli riti quotidiani.

Alla fine di un viaggio, su un piccolo molo illuminato della Cornovaglia, permette di osservare l’uomo, spogliato per una volta del proprio ruolo, e di riscoprire con lui la bellezza della sera.

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Silvia Littardi non prende mai decisioni dettate dal senso pratico. Infatti si è iscritta a Lettere Moderne. Ha conseguito una bella laurea triennale e poi una bellissima laurea specialistica in scienze della letteratura, del teatro e del cinema. In generale ha trascorso un quarto di secolo a studiare, passando il tempo libero a divorare libri e fumetti e a guardare tutti i film che poteva. Insomma, non ha ancora combinato nulla di buono, ma è contenta lo stesso, perchè ha avuto la fortuna di poter fare solo quello che le piaceva. Ora la povera ingenuotta spera di poter continuare così per tutta la vita. Forse potrebbe anche rinsavire e incominciare ad affrontare la dura realtà, ma quando si perde d'animo l'umanità la sorprende con risposte gentili e inaspettate. Allora ricomincia a scrivere.

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