I.
Freddo febbraio, la Novena di Galway torna di nuovo.
Gli studenti scendono a casa oltre la linea della cattedrale.
La pioggia inizia a scendere intensa e sotto il lembo bianco,
un camion è un rifugio fortuito in cui guardo braccialetti,
medaglie e anelli di bigiotteria color argento.
Una donna cammina, un cardigan blu Tiziano come un abito da suora rovesciato,
attaccato ai suoi capelli. Il venditore di sacre vesti, un uomo poco ciarliero,
ha le mani incrociate come i deposti. Le sue mani sono un Islander stagionato:
ceroso, abbronzato con punte paffute. Le sue mani segnate da sepolti calli da remi
e trappole con cinghie di pony mi riportano a un pomeriggio in una casa divisa
a South Gaines Street, Little Rock-
di nuovo alle domande di riparazione, di struggimento e di annessi,
all’importanza di una stranezza, di ritorno al caldo mortale
di un agosto in Arkansas, indietro alla corsa in taxi dall’aeroporto,
un ritorno a farmi entrare, tornare alla voglia di dare forma alle cose.
II.
Era un amico comune a un matrimonio, che doveva tornare.
Era una nuova conversazione e la sorpresa di una persona quando meno me lo aspettavo.
Era la menzione di un nome importante: il suo amico deceduto
che sorride largamente da diverse cornici di legno. La sua gentilezza, fosfeni
dalla lingua. Il suo sorriso, uno skyline impilato tra gli idoli del sacro cuore.
La moglie del defunto ha ricevuto molti santi pegni nel corso degli anni da amici,
lui spiegò. Gli raccontai dei camion bianchi che vendono bric-á-brac
durante la Novena, piccole fessure piene di credenze e speranze.
Camion che vendono – il resto dell’anno – snacks, lattine, patatine e hamburger
alle partite, concerti, spiagge e ai lati delle strade.
Gli ho parlato di un anello della Vergine Maria che aveva lasciato una fascia verde erba
intorno alla base del mio dito medio quando ero giovane.
Il rame reso verde dall’ossigeno e dagli acidi. Verde fatto da
sudore sportivo estivo,
mani lavate, piccole dosi di creme profumate alla rosa.
III.
La sua parlata strascicata mosse verso la sua mano
dove una nocca era accidentata dall’uso del martello da smussatore.
Mi disse di più sul decesso: tumore al cervello, ventinove anni.
Potrei allungare la mano e dolcemente strofinare la sua mano con la mia? Il
caldo mortale tornò di nuovo così, ci sedemmo in veranda
Per la leggera brezza della ventola. Le caviglie sulle sporgenze del bordo di lattine
come statue blu e bianche in grembo.
Le cicale risuonano tra gli alberi su South Gaines Street
la rotazione della ventola era il suono del flusso di un fiume. Questa dannata
acqua piovana di Galway è una brocca rovesciata sul bordo della tenda.
Il trombone del treno di Longview spezza la notte
alle 3 del mattino a Little Rock è ora un’auto che si apre dove mi trovo, a casa.
Le mani lavorano per levigare bene i bordi ruvidi.
E mentre le nuvole si diffondono, il freddo febbraio, un soffio di calore,
e le cuciture dell’amore, rimorchiatore e inondazioni, rendono tutto verde.