La potenza della verità assoluta
Alla fine degli anni Cinquanta, Rosa si trasferisce dal Sud al Nord Italia. È una donna intransigente che insegna alla figlia – la voce narrante della storia – il primo comandamento cui ogni donna deve obbedire: «Non piangere». Rosa è la madre di Francesco che, a seguito di un incidente subito dopo la nascita, ha una forte disabilità. La lotta di Rosa per migliorare la vita di suo figlio diventa subito la lotta per i diritti di tutti coloro che non possono combattere per se stessi.
È di donne che Federica Sgaggio ci parla in quest’opera, uscita come romanzo anche se del romanzo indossa abiti stretti.
La prima donna che si incontra è sulla copertina, “Volto che piange”, e ci riporta a Giosetta Fioroni, artista dalla vita intrecciata alla letteratura italiana della seconda metà del secolo scorso, compagna di Goffredo Parise e amica di Arbasino e Zanzotto, fra i tanti.
L’altra donna importante è sicuramente Rosa, della cui vita impariamo a conoscere eventi e sfaccettature del carattere impavido e sensibile.
La storia di Rosa è incarnazione nella quotidianità, attraverso i decenni, dell’essenza di figlia, emigrante, sarta, moglie, donna separata, paladina dei diritti degli indifesi, ma soprattutto madre.
La sua voce ci raggiunge attraverso le parole di Federica, protagonista e narratrice assoluta del racconto, regalandogli sin da subito occhi, cuore e un punto di vista privilegiato sulle vicende di un’Italia tutta al femminile.
È una narrazione di accudimento e assunzione di responsabilità, una storia senza eroi, fatta di grandi battaglie e di gioia, senza nascondere miseria e malattia; per questo i “panni” del romanzo risultano spesso stretti alla vicenda. La crudezza di alcune scene, l’ironia impietosa, la tenerezza ci vengono raccontate, nell’alternanza dei capitoli, da una figlia in simbiosi con la madre a tal punto da risultare spiazzante. L’enorme responsabilità della primogenitura di Federica emerge scintillante dalle pagine: un’investitura smisurata per una bambina, un abito difficile da indossare per qualsiasi adulto.
Particolarmente riusciti i tanti rimandi alla moda e alle attenzioni sartoriali, che rendono ancora più speciale il rapporto simbiotico fra Rosa e Federica.
L’eredità dei vivi è uno sguardo attento e originale sul progresso dei diritti civili in Italia, e ci interroga su che cosa sia ancora definibile “politico” nelle nostre scelte quotidiane.