Howard Buten – Quando avevo cinque anni, mi sono ucciso

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Il linguaggio dell’innocenza

Ci si può innamorare a otto anni?
La risposta è dentro le pagine di questo piccolo libro. E le parole utilizzate dall’autore non sono solo quelle dello scrittore, né quelle dello psicologo, tantomeno quelle di un clown. Howard Buten nella realtà è tutte queste cose, ma in questa opera letteraria é anche molto di più: è il traduttore fedele e miracoloso dei pensieri di un piccolo uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico dal mondo omologato e triste degli adulti.
La narrazione è condotta dal protagonista in prima persona saltando, alla maniera dei bambini, fra i ricordi sbriciolati della sua vita e il presente limitato dalle sbarre dell’istituto.
La cifra stilistica di questo capolavoro non passa dalla finezza della scrittura, non si nutre di citazioni colte, ma si staglia nella sobrietà essenziale delle cose reali. Il racconto vive della sensibilità delicata di Burt, il piccolo protagonista che, senza rendersene conto, si innamora in maniera assoluta della coetanea Jessica.
Letteratura di alto livello, a tratti disturbante per la crudezza di alcune situazioni, ma di una dolcezza quasi intollerabile.
“Ma non è forse questo quello che voi grandi chiamate amore?”.

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Giorgio Olivari nasce a Brescia nel secolo scorso. È professionista nel campo del disegno industriale da più di trent’anni. Dopo i primi quarant’anni da lettore scopre la scrittura per caso: uno scherzo della vita. La compagna di sempre lo iscrive a un corso di scrittura creativa: forse per gioco, più probabilmente per liberarsi di lui. Una scintilla che, una volta scoccata, non si spegne ma diventa racconto, storie, pensieri; alcuni dei quali pubblicati dai tipi di BESA in "Pretesti Sensibili" (2008). La prima raccolta di racconti brevi, "Futili Emotivi", è pubblicata da Carta & Penna Editore nel 2010. La sua passione per la letteratura lo ha portato a “contagiare” altri lettori coordinando gruppi di lettura: Arcobaleno a Paderno Franciacorta, Chiare Lettere a Nave.

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