Scompartimento n. 6

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Gran Prix della Giuria al Festival di Cannes per un riuscito road movie sentimentale tra le strade ferrate e innevate della gelida Russia, durante un lungo viaggio in treno – da Mosca a Murmansk – compiuto da una studentessa finlandese che vorrebbe vedere le pitture rupestri sepolte dalla neve. Fuga da un amore, forse, perché la ragazza si lascia alle spalle un rapporto esaurito con una compagna moscovita, per questo sale su quel treno diretto a nord, dove incontra un minatore russo. Non tutto è come sembra, l’apparenza spesso inganna, perché quel che a prima vista pare un violento ubriacone si trasforma in un tenero innamorato, addirittura geloso quando un passeggero finlandese condivide lo scompartimento. La persona inaffidabile, invece, è proprio la più insospettabile, perché l’ultimo arrivato deruba la ragazza di una preziosa videocamera che contiene tutti i ricordi d’un amore.

Film intenso e leggero, originale fin dalle prime sequenze, quando il regista introduce la visione ringraziando il pubblico e i titoli di coda scorrono su sfondo fisso e colorato, stile anni Settanta. Macchina a mano, nervosa e vibrante, primissimi piani, soggettive e tensione, una storia narrata in prima persona, tratta da un romanzo, come se fosse scritta dalla protagonista femminile. Lo spettatore conosce la storia seguendo i movimenti della ragazza, apprezza le sue sensazioni, i suoi stati d’animo, gioisce per gli amori, soffre per le delusioni.

Tutto è già stato raccontato, si dice, e questa storia non fa eccezione, perché narra l’incontro d’amore tra due persone diverse, che, se non fosse stato per l’unità di tempo e di luogo condivisa, non si sarebbero mai conosciute. Un film che ricorda molto da vicino Travolti da un insolito destino… di Lina Wertmüller e che conferma la bontà dell’assunto – che mi vede da sempre seguace – che non sia tanto importante quel che si racconta quanto come si racconta.

I due protagonisti sono molto bravi, volti ed espressioni giuste, danno vita a una sceneggiatura che è scritta con il gusto della suspense sentimentale. Bellissimo il gioco condotto alle estreme conseguenze su come si dice Ti amo in finlandese, che dà vita a un ironico finale, tutto da scoprire, che stempera il dramma in commedia. Se non avete fatto in tempo a vederlo in sala, perché come al solito il buon cinema viene nascosto, cercatelo in qualche piattaforma televisiva. La fotografia della Russia innevata e glaciale non sarà la stessa, le scenografie risulteranno ridotte, ma avrete visto un ottimo film.


Regia: Juho Kuosmanen. Soggetto: Rosa Liksom (romanzo). Sceneggiatura: Andris Feldmanis, Livia Ulman, Juho Kuosmanen. Fotografia: J-P Passi. Montaggio: Jussi Rautaniemi. Scenografia: Kari Kankaanpaa. Costumi: Jaanus Vahtra. Trucco: Liina Phiel. Produttori: Jussi Rantamaki, Emilia Haukka. Case di Produzione: Aamu Film Company, Achtung Panda, Amrion Productions, CTB Film Company. Distribuzione (Italia): BiM Distribuzione. Titolo Originale: Hytti nro 6. Lingua: Russo, Finlandese. Paesi di Produzione: Finlandia, Estonia, Germania, Russia. Anno: 2021. Durata: 107’. Genere: Sentimentale, Commedia, Drammatico. Interpreti: Seidi Haarla (Laura), Jurij Borisov (Ljoha), Dinara Drukarova (Irina Mazhinskaya), Lidia Kostina (Lidia), Yuliya Aug (Natalia), Tomi Alatalo (Sasha), Sergey Agafonov (Sergey).
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Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

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