Creators – The Past

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Un film di fantascienza che ho visto su consiglio di mio figlio e che mi ha fatto tornare alla mente la differenza tra kitsch e trash, per giungere alla conclusione che il regista di questo film avrebbe voluto girare qualcosa di importante, ma purtroppo è stato travolto dalle sue stesse ambizioni. Creators The Past sarebbe il primo capitolo di una trilogia, ma se per girarlo sono stati impiegati circa sette anni c’è da credere che gli altri due episodi non usciranno mai, anche perché il successo è stato pari a zero, sia di critica che di pubblico. In ogni caso sembra che la troupe sia già al lavoro dal 2021 per realizzare il secondo capitolo.

Riportiamo un abbozzo di trama, il poco  che siamo riusciti a capire nella confusione di una sceneggiatura scritta piuttosto male da Zaia e Fani (autrice di un romanzo pubblicato dopo il pasticciaccio). Siamo alla fine del 2012, assistiamo a un allineamento planetario, sta per arrivare un’eclissi totale che porterà grandi sconvolgimenti. Gli otto membri del consiglio galattico, capitanati da Lord Ogmha, discutono sulla stabilità dell’universo e cercano di salvarlo, visto che ognuno di loro è un creatore. Lord Kanaff, reggente del pianeta Terra, si ribella e gli dei alieni perdono il controllo di una sfera di grande valore che contiene il DNA della storia umana, tutti i ricordi dell’uomo conservati dai tempi dei tempi. Un ragazzo avrà il compito di ritrovare la preziosa sfera che non deve finire nelle mani sbagliate.

Un film girato con grande dispendio economico (pare 10 milioni di euro, non si sa dove siano stati reperiti) tra Verres, Venezia, Biella, persino Burbanik per la post-produzione. Non solo, gode della supervisione di Walter Volpatto, colorista di Star Wars: Gli ultimi Jedi. Tra gli attori incontriamo (con nostro grande stupore) gente del calibro di William Shatner (Lord Ogmha), Gérard Depardieu (Maestro di Fede), Bruce Payne (Lord Kal), persino la modella Jennifer Mischiati (Sofy) accanto a Eleonora Fani, che non solo scrive un simile capolavoro ma si cimenta anche nel ruolo di Lady Airre, personaggio chiave del film. Una pellicola che giusto lo Shangai Festival avrà apprezzato: del tutto inconcludente, senza né capo né coda, con un lavoro infame sul suono, visto che la musica sovrasta i dialoghi, una sceneggiatura risibile, una costruzione psicologica dei personaggi pari a un fumetto di terz’ordine.  Effetti speciali eccellenti, ma ci sono soltanto quelli, dosati senza economia, gettati nel film come se fosse un gigantesco spot intergalattico, un trailer continuo. Regia di Zaia, che purtroppo non sa cosa voglia dire fare il regista, quindi da un punto di vista critico non è giudicabile, perché del tutto inconsapevole del proprio agire. Incasso globale 131.000 euro, con una perdita secca notevole, ma forse gli autori ambiscono allo status di culto per i posteri, visto che spesso il kitsch contemporaneo subisce rivalutazioni, un po’ come Yeti, il gigante del ventesimo secolo (1977) di Gianfranco Parolini.

Un guazzabuglio incredibile con scopiazzamenti vari da Harry Potter, Guerre Stellari, Phenomena e citazioni buttate lì a casaccio per una pellicola che dire assurda non rende bene l’idea.  Da evitare con cura, a meno che non abbiate proprio tempo da perdere.


Regia: Piergiuseppe Zaia. Soggetto e Sceneggiatura: Piergiuseppe Zaia, Eleonora Fani. Fotografia: Ezio Gamba. Montaggio: Andrea Torreano. Musiche: Piergiuseppe Zaia. Effetti Speciali: Marco Castellani, Walter Volpatto. Produttori: Piergiuseppe Zaia, Eleonora Fani, Bruce Payne. Produttore Esecutivo: Michel J. Vanderwalle. Case di Produzione: Atlas International, Artuniverse. Distribuzione (Italia): 30 Holding. Lingua Originale : Inglese. Paese di Produzione: Italia. Anno: 2019. Durata: 114’. Genere: Fantastico. Interpreti: Eleonora Fani (Lady Airre), Jennifer Mischiati (Sofy), William Shatner (Lord Ogmha), Gérard Depardieu (Maestro di Fede), Bruce Payne (Lord Kal), Marc Fiorini (Lord Kanaff), Per Fredrik Asly (Alex Walker), Sébastien Foucan (Tammuz), Elisabetta Coraini (Elizabeth), Daniel McVicar (Dan Anderson), Mauro Biglino (se stesso).
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Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

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