Gianluigi Gasparri – L’Amante in Si Bemolle

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C’è un violoncello famoso, chiamato il Villano. Ha duecento anni e ha accumulato più esperienza di quanto a qualsiasi essere umano sarà mai concesso nella sua intera esistenza. Lo incontriamo alla fine degli anni Sessanta del Novecento, rinchiuso e dimenticato nel pollaio di Nena, contadina Dea delle galline. Non appena ci si presenta, ci rendiamo conto di non essere di fronte a un narratore canonico, ma a qualcosa – qualcuno? – che sta per raccontarci una storia di cui nessun altro avrebbe mai potuto essere testimone.
Il Villano è nato ad Ascoli, nel 1768 e da allora è partito per un rocambolesco viaggio attraverso la Storia, passando di mano in mano, incontrando persone straordinarie, zingari, ladri e briganti, bambine prodigio e prelati malvagi e corrotti.

Gianluigi Gasparri, in passato grande giornalista e da qualche anno formidabile narratore, ha uno stile unico, ricco di sboccata creatività, capace di farci immergere nel pensiero alternativo di uno strumento musicale che, anche se non abbiamo mai avuto la fortuna di accarezzarne uno, ci farà innamorare pagina dopo pagina, in un crescendo di avventure sempre più ardimentose. Con lui amiamo, odiamo e, soprattutto, giudichiamo chiunque ci si avvicini e qualunque cosa accada.

Leggere la Storia attraverso gli “occhi” di uno straordinario strumento, esaltato dalla sagace e ironica penna di un autore altrettanto eccezionale, ci permette di osservare il mondo come non avremmo mai immaginato di poter fare.
L’utilizzo della virgola evolutiva con cui Gasparri introduce i dialoghi rende la lettura più scattante, quasi ritmata, una variazione dei classici due punti che ci consente di godere in maniera differente delle grasse discussioni che i personaggi conducono fra loro, in lingue che spaziano dal dialetto marchigiano al francese, passando per il russo, il greco e tantissimo latino.

È un libro per chi ama la Storia eterodossa, quella che narra dei piccoli e non dei grandi; un romanzo che esalta la musica, chi la scrive, chi la esegue e chi, prestando legno, buchi e corde, ne è il vero e unico creatore. Non si esce indenni da questa lettura, che si conserverà lungamente nella nostra memoria.

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