Caroline Smith – Il manuale dell’immigrazione

0
954

Caroline Smith (Orbis 176) sta scavando qui, sotto la boscaglia di statistiche e moduli, per scoprire le vere vite, le situazioni, i ricordi e le emozioni degli individui che chiedono lo status di rifugiato. Infatti, molte delle sue metafore intendono rivelare qualcosa di nascosto: un cestino da cucina alzato per rivelare”’un gelo improvviso – una melanzana era diventata vecchia durante la notte / uno shock di capelli bianchi in piedi su una testa avvolta in viola e marrone”; “Una fila di camerieri in piedi, una mano dietro la schiena, percussionisti che sollevano cupole d’argento”; L’apertura di un cestino di granaglie espone “un nido di topi viola”; “Le lumache delle albicocche / al riparo nelle pelli umide / del sottobosco bagnato” (“The Administrative Removal Officer”- “L’ufficiale di rimozione amministrativa”).

Le storie mostrano la punta di un iceberg, ma  il linguaggio è fortemente chiaro e semplice. Ne “Il Padre”:

Ha finalmente risparmiato abbastanza
Per farsi raggiungere dalla famiglia;
Ma i test del DNA dimostrano che
Solo due dei figli sono suoi.
A quello di mezzo è stato rifiutato il visto.

Il lavoro della Smith, che si occupa di casi di richiesta di asilo, ovviamente fornisce l’autenticità. È anche una scultrice, e la sua prospettiva visiva è evidente nella capacità di evocare innumerevoli paesaggi e immagini viscerali, a volte scomode, che risuonano in modo efficace. La sua particolare forza è nell’eccezionale uso dell’analogia, e trasmette anche una sensazione tattile:

Gli anni, come un cataplasma lenitivo,
cominciarono a spezzare la sua identità,
a coprire come Braille i suoi documenti di muffa e
Le branchie bagnate e nere di funghi; far crollare
Le pagine nel terreno di cui è diventato parte.
[“The Boxer”]

La scrittura dell’autrice cattura il senso di “estinzione” provato dagli immigrati – e la stupenda estasi quando la fortuna si manifesta. Ad esempio, quando un bambino è nato tre giorni prima della fine dell’amnistia, consentendo a una famiglia a rimanere nel Paese.

Mentre si concentra principalmente sull’incredibile difficoltà di cercare di penetrare il linguaggio legale, l’autrice mostra anche l’altro lato. Una poesia particolarmente forte è “Red Road Flats”- “Gli appartamenti di Red Road”, dove l’immagine di una “cospirazione invisibile di ragnatele bianche che collegano i prati” si riferisce all’incaricato ufficiale che forse si sente responsabile per i suicidi derivanti dalla sua decisione di deportare tre immigrati. La poetessa ha la particolare abilità di rallentare il momento, in particolare quando è di riflessione.

Molte raccolte poetiche oggi possono risultare centrate su di sé, scritti da autori che sperano di ottenere una sorta di fama che nutra l’ego. Questo libro ha uno scopo molto più nobile, e occupa quello che Carolyn Forché ha chiamato il terzo spazio nella poesia: non il personale né il politico, ma il sociale, creando un caso profondamente compassionevole e potente per chi richiede asilo. Merita un ampio pubblico.

Prima pubblicazione su Orbis

Traduzione di Silvia Accorrà

SHARE
Articolo precedenteQuante volte… quella notte
Articolo successivoAnatole France
La raccolta di debutto di Afric McGlinchey, "The lucky star of hidden things" - "La buona stella delle cose nascoste" (Salmon Poetry, 2012), concentrata sulla sua educazione ricevuta tra l'Irlanda e l'Africa, è stata tradotta in italiano. Nominata per i premi Pushcart, Best of the Net e Forward, il suo lavoro è apparso su riviste di tutto il mondo. Le tematiche principali del suo lavoro riguardano il nomadismo: fisico, immaginativo e psicologico. La sua poesia è stata tradotta in cinque lingue e utilizzata nell'Irish Leaving Certificate Examinations Book. Tra i premi ricevuti, l’Hennessy Emerging Poetry Award e la selezione per uno scambio culturale italo-irlandese nel 2014. È stata elencata tra i "Rising Poets" irlandesi in Poetry Ireland Review e ha ricevuto una borsa di studio Bartistica per lavorare alla sua seconda raccolta, "Ghost of the Fisher Cat" – "Il fantasma del gatto pescatore" (2016), che è stato nominato per diversi premi. Afric vive a West Cork, dove lavora come editor freelance. Di recente ha ricevuto una borsa di studio del Consiglio d'Arte per la ricerca e per scrivere il suo prossimo libro. Sito web: www.africmcglinchey.com

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *