Cosa fai a Capodanno?

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Filippo Bologna è uno sceneggiatore di successo che una tantum si dedica alla regia. Noi, che nutrivamo dubbi anche sulla qualità delle sceneggiature (Perfetti sconosciuti son forse il solo a non averlo apprezzato, Se son rose… di Pieraccioni idem), restiamo allibiti di fronte a un film costruito su un crescendo di trovate iperboliche, talmente assurde da diventare imbarazzanti. In ogni caso film come questi incassano molto, segno che certi autori scrivono quel che il pubblico vuol vedere, purtroppo.
Vediamo la trama. Siamo a Capodanno. Mirko (Argentero) e Iole (Pastorelli) sono due ladri professionisti che rapinano uno chalet di montagna, dove hanno preso in ostaggio i proprietari, Badara (Diop) e Laura (Ninchi), organizzatori di una serata per scambisti. Le coppie invitate sono Romano (Haber) e Nancy (Puccini), un professore razzista paralitico che in passato ha fatto politica con una giovane drogata depressa. Un’altra coppia sarebbero Valerio (Scamarcio) e Marina (Lodovini), che subiscono un incidente e arrivano soltanto nella scena finale (che resta in sospeso). Infine abbiamo Domitilla (Ferrari) e Iacopo (Succio), madre e figlio, finti amanti alla ricerca di un quadro dipinto dall’ex marito della donna, padre del ragazzo.

Ecco serviti gli ingredienti di base per un film che vorrebbe affrontare argomenti importanti come la crisi di coppia, il razzismo, il rapporto madre-figlio, la voglia di trasgredire, la disillusione e la perdita degli ideali. Purtroppo la storia è raccontata talmente male, con un susseguirsi di improbabili colpi di scena conditi da dialoghi altisonanti, per niente realistici, sul senso della vita e altre prelibatezze esistenziali. I personaggi sono caricaturali ed eccessivi, cosa che potrebbe andar bene se il film mantenesse un tono da farsa senza pretese, mentre le ambizioni sarebbero alte, pure se il regista – anche soggettista e sceneggiatore – vola molto basso e non mantiene le premesse di partenza. Risulta sprecato anche il talento di Haber in un ruolo che avrebbe provocato imbarazzo anche a Gassman padre; Scamarcio e Lodovini si vedono poco o niente; restano un Argentero mono-espressivo che va bene per la fiction e una Pastorelli trucida più che mai, accanto a una Puccini poco in parte, mentre sul resto del cast stendiamo un pietoso velo, soprattutto su Isabella Ferrari, madre disinibita con figlio al seguito.

Film teatrale, girato quasi tutto nello chalet di montagna, che dovrebbe avere nei dialoghi il momento di forza, mentre proprio sulle parti colloquiali cade di brutto. Per non parlare del suicidio di Haber, che si auto-annega nella piscina con la carrozzella spinta da un cane, e dei momenti onirici, accompagnati da una colonna sonora anni Ottanta (Rettore con Il serpente), che vorrebbero essere intensi ma risultano soltanto fuori luogo.
Da evitare, se potete, con tutte le vostre forze.


Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Filippo Bologna. Fotografia: Maurizio Calvesi. Montaggio: Chiara Vullo. Musiche: Pasquale Catalano. Scenografia: Giada Calabria. Costumi: Katia Dottori. Paese e anno di Produzione: Italia, 2018. Durata: 95’. Genere: Commedia. Produttori: Isabella Cocuzza, Arturo Paglia. Casa di Produzione: Paco Cinematografica. Distribuzione (Italia); Vision Distribution. Interpreti: Luca Argentero (Mirko), Ilenia Pastorelli (Iole), Alesandro Haber (Romano), Vittoria Puccini (Nancy), Isabella Ferrari (Domitilla), Ludovico Succio (Iacopo), Valentina Lodovini (Marina), Riccardo Scamarcio (Valerio), Arianna Nichi (Laura), Sidy Diop (Badara).
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Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

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