Sara Teasdale, poetessa dimenticata

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Sara Teasdale, una delle voci più delicate e luminose della poesia americana, nasce l’8 agosto 1884 a St. Louis, Missouri. La sua vita, breve ma straordinariamente intensa, è intrecciata a una sensibilità poetica che sffronta con struggente sensibilità i temi dell’amore, della natura, della solitudine e della mortalità. Nonostante il successo durante la sua vita, il nome di Sara Teasdale è oggi trascurato, e la sua poesia rischia di essere dimenticata. 

Fin da giovane dimostrò uno spiccato amore per la letteratura. Poiché crebbe in una famiglia benestante, ebbe l’opportunità di dedicarsi allo studio e alla scrittura, pubblicando la sua prima raccolta, Sonnets to Duse and Other Poems, nel 1907. Tuttavia, fu con Rivers to the Sea (1915) che raggiunse una fama nazionale. La sua poesia, semplice ma profondamente evocativa, attrasse un vasto pubblico.
Il momento più alto della sua carriera arrivò nel 1918, quando vinse il premio Pulitzer per la poesia con la raccolta Love Songs. Era una delle prime poetesse a ricevere questo onore, un riconoscimento alla sua capacità di dare voce ai sentimenti umani più intimi con una grazia unica.
Al di là dei successi, la sua vita personale fu segnata da un matrimonio infelice e una salute cagionevole, e visse i suoi ultimi anni in una profonda solitudine. La sua poesia si fece sempre più malinconica, specchio del suo crescente senso di isolamento e del suo complesso rapporto con la morte.
Il 29 gennaio 1933 si tolse la vita. Aveva 48 anni. La sua ultima raccolta, Strange Victory, pubblicata postuma, rivela una visione del mondo intensamente segnata dalla disperazione, ma anche dalla bellezza.

Oggi Sara Teasdale è conosciuta solo da pochi appassionati. La sua opera è stata in gran parte oscurata da quella di altri poeti del suo tempo, come Edna St. Vincent Millay e Robert Frost. Questa dimenticanza solleva una domanda: perché le cose buone, così preziose, sono spesso le prime a svanire dalla memoria collettiva?
Forse, come scrisse la stessa Teasdale, la bellezza vive solo nel momento in cui la contempliamo.
La sua poesia, eterea e fragile come una brezza di primavera, ha bisogno di essere riscoperta, non tanto per fissarla nell’eternità, ma per concederci ancora una volta il dono di una sensibilità che parla al cuore umano in modi e con parole che incidono e lasciano senza fiato.


Di Sara Teasdale su Inkroci:
Cadrà dolce la pioggia
Che sia dimenticata

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