Mary Stewart – La trilogia di Merlino

0
3098

“Mio Signore, quando si cerca… quello che io sto cercando, bisogna guardare in luoghi strani. Gli uomini non possono mai guardare il sole, se non cercando, in basso, il suo riflesso nelle cose della terra. Se si riflette in una pozzanghera sporca, è sempre il sole. Non c’è nessun luogo in cui io non guarderò, per trovarlo.”

La grotta di cristallo

In questo libro, Myrddin Emrys, detto Merlino, è ancora un bambino. Nipote bastardo di uno dei re della Gran Bretagna e figlio della principessa Niniane, viene spesso schernito e alienato dagli altri, anche perché corre voce che suo padre sia il diavolo, in quanto sua madre non ha mai voluto rivelare il nome del padre. Sin da giovanissimo, Merlino inizia a “vedere cose” e impara l’uso delle erbe medicinali, le leggi della natura e molto altro dal suo maestro Galapas.

Nonostante la sua innocuità e il disinteresse per politica e potere, viene considerato una minaccia ed è costretto a fuggire per salvarsi la vita. Durante il suo esilio perfezionerà le sue arti magiche e comincerà a gettare i semi della sua leggenda. Il primo libro della trilogia si conclude con la nascita di Artù.

Le grotte nelle montagne

In questa seconda opera, Merlino è ormai un mago rispettato e riverito (anche temuto da alcuni) e svolge la sua missione di protettore ed “educatore” del valoroso Artù, che conosciamo dalla tenera età fino al principio del suo splendente regno.

L’ultimo incantesimo

Il terzo e ultimo volume della trilogia racconta la maturità di Merlino e il regno di Artù, ormai un uomo e un reggente amato dai sudditi e temuto dai nemici. Merlino è sempre al suo fianco e lo mette in guardia dalle trame dei traditori, ma al contempo, per via della sua vecchiaia, cerca un successore a cui passare i suoi poteri e le sue conoscenze, in modo che dopo la sua morte Artù possa continuare ad essere servito e consigliato nel modo migliore. Conosciamo meglio Ginevra, Morgana e i cavalieri della tavola rotonda, e ci commuoviamo davanti a un Merlino innamorato. La trilogia si conclude con l’arrivo a corte del figlio bastardo di Artù, Mordred, che è destinato a essere la rovina del grande re.

*     *     *

Chi ama la leggenda di Re Artù e dello straordinario mago Merlino non può non leggere questa splendida trilogia di Mary Stewart, forse tra le migliori opere sul ciclo arturiano mai scritte. Originariamente pubblicata negli anni ’70, la trilogia è una sorta di “autobiografia” di Merlino, dall’infanzia alla vecchiaia, che include notevoli dettagli non solo sulla sua vita (privata e ufficiale), ma anche sulla sua famiglia, di cui facevano parte anche Re Uther e Artù.

L’autrice basò in buona parte la sua opera sulla Historia regum Britanniae (La storia dei re di Britannia, ca. 1136 d.C.) di Goffredo di Monmouth, che la presentò come un’opera storiografica, sebbene sia considerata un falso storico. Tuttavia, la trama dei romanzi della Stewart è estremamente affascinante e si ha la forte sensazione che “sotto sotto ci sia del vero”.

Far raccontare la storia a Merlino è stato un tocco di genio: si crea una fortissima empatia con questo personaggio, scoprendo il suo lato umano, intimo, privato. Solitamente nel nostro immaginario Merlino è questo vecchio e potente mago con la barba lunga che servì il magnifico Re Artù (ad avercene oggi di governatori così!), ma grazie a queste opere scopriamo la “persona” Merlino, il bambino, il ragazzo e l’uomo, i suoi sogni, i suoi talenti, il suo rapporto con gli altri e con la vita.

Personalmente, ho trovato oltremodo coinvolgenti le parti della trilogia (che ritengo le migliori) che si focalizzano sulla sua vita privata: scopriamo infatti come si sentiva in qualità di figlio bastardo della principessa Niniane e del grande Ambrogio, l’Alto Re; come si scontrò con i suoi poteri e imparò a gestirli; il suo rapporto con il Dio che gli ha fatto dono di tali poteri e la consapevolezza della sua missione; il sacrificio (nel suo autentico significato di “fare il sacro”) di mettere sempre se stesso al secondo posto, dopo il servizio all’Alto Re (prima suo padre, poi Uther e infine Artù); il suo amore incondizionato e così via. Naturalmente, sebbene Merlino sia il protagonista della trilogia, si parla ampiamente anche di Artù, Ginevra, e tutti gli altri personaggi arturiani che ormai conosciamo bene. Si tratta di libri senza tempo, da leggere non solo per vivere una grande avventura, ma anche per riscoprire (e applicare nella vita quotidiana) valori come coraggio, devozione, lealtà e servizio.

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *