Maya Burkett, ex pilota delle operazioni speciali, è sconvolta dalla recente morte del marito Joe, assassinato a Central Park. Dopo il funerale, una telecamera nascosta nel portafoto digitale regalatole da un’amica mostra immagini inquietanti: sua figlia Lily che gioca con un uomo che sembra essere proprio Joe. Sconvolta, Maya inizia a indagare, scoprendo segreti oscuri sul passato e sulla famiglia del marito e su se stessa che la costringono a mettere in discussione tutto ciò che credeva di sapere.
Un inganno di troppo conferma lo stile di Harlan Coben: ritmo serrato, colpi di scena a ripetizione e una trama intricata. Tuttavia, nonostante l’avvio promettente e l’abilità nel mantenere alta la tensione, il romanzo soffre di una certa prevedibilità. I personaggi, seppur ben delineati, faticano a uscire dagli archetipi del genere, e la narrazione sembra sacrificare la profondità psicologica a favore dell’azione. Inoltre, il finale appare troppo affrettato e lascia la sensazione di un potenziale non del tutto sfruttato.
Coben sa come tenere il lettore incollato alle pagine, ma il risultato complessivo non risulta memorabile.