In Come mi batte forte il tuo cuore, Benedetta Tobagi racconta il viaggio intimo e struggente nella memoria di suo padre, Walter Tobagi, giornalista assassinato sotto casa da un sedicente gruppuscolo di terroristi nel 1980. Il libro si sviluppa come una ricerca di riconnessione con un uomo che Benedetta ha perso troppo presto, intrecciando la storia familiare con quella collettiva dell’Italia degli anni di piombo. Vorrebbe essere oggettivo, ma è evidente che l’autrice pretende troppo da se stessa, e presto queste pagine intrise di dolore si trasformano in un’agiografia. Al punto da perdere lucidità anche nell’analisi degli eventi politici, che vorrebbe rimanere super partes ma non ci riesce. E, se ogni pagina è intrisa di amore filiale e di una profonda sete di comprensione, fallisce nel momento in cui deve confrontarsi con qualcosa che non conosce, e che non si può conoscere attraverso le parole degli altri: un irrisolto che non è suo, ma di un’intera nazione che ha preferito seppellirlo ed etichettarlo che comprenderlo.
Rimangono una biografia e una toccante riflessione sulla memoria, capace di trasformare il lutto in narrativa. Fortunatamente l’autrice farà molto meglio con l’opera successiva, Una stella incoronata di buio.