Calcinculo è un buon film italiano, diretto con mano ferma e buone intuizioni dall’esordiente Chiara Bellosi, ben sceneggiato da Maria Teresa Venditti e Luca De Biasi (Premio Solinas), che trovate in esclusiva su RaiPlay. La storia racconta il mondo adolescenziale e tutte le insicurezze che caratterizzano la crescita di una ragazzina come Benedetta (Di Pietro), che si colpevolizza per le frustrazioni materne e che vive con angoscia i continui tradimenti paterni. Benedetta è in sovrappeso, sfoga negli eccessi di cibo – persino petti di pollo crudi in assurdi pasti notturni – la sua protesta nei confronti del mondo. Un giorno nella periferia romana in cui vive arriva il Luna Park, dove Benedetta conosce Amanda (Carpenzano), un travestito che “fa la vita” e si occupa delle giostre, soprattutto dei calcinculo. Proprio quell’attrazione del Luna Park – che tutti abbiamo provato da adolescenti – è la metafora riuscita del film: si cresce anche a calci in culo, e quando la giostra va forte in cielo ci piacerebbe restare sopra per sempre, ma arriva il momento di accettare la realtà. Benedetta scappa di casa con Amanda, fa perdere le proprie tracce, ma alla fine si rende conto che non ha senso fuggire per finire tra braccia peggiori e torna alla solita vita. Forse la lezione è servita e Benedetta crescerà.
Suono in presa diretta – forse il solo difetto della pellicola – che rende i dialoghi spesso poco comprensibili; molte soggettive e panoramiche, oltre a riprese in primo piano; fotografia che passa da toni luminosi a elementi cupi; montaggio compassato (88’ minuti ben gestiti). Interpreti bravi e ben diretti, su tutti l’ormai esperto Andrea Carpenzano (Tutto quello che vuoi, La terra dell’abbastanza, Il campione, Chiara, Un altro ferragosto, adesso in sala con Una storia nera) che presta volto e movenze a un personaggio complesso come Amanda. Gaia Di Pietro, nei panni di Benedetta, ha tutti i problemi di una giovanissima esordiente, ma segue le istruzioni della regista e supera una prova non facile. Da citare la presenza del laghetto con cascate di Monte Gelato, luogo storico del cinema italiano che ha ospitato oltre cento film, ma da tempo non lo vedevamo.
Il film segue in soggettiva la vita di Benedetta, la sua bulimia, i problemi scolastici, il bullismo dei compagni, una famiglia problematica e le nuove esperienze; grazie a una sceneggiatura ben orchestrata fornisce un credibile quadro d’insieme della vita adolescenziale.
Presentato al Festival di Berlino nella sezione Panorama. Da vedere.