Anche gli angeli mangiano fagioli

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Un film divertente, invecchiato molto bene, per sdrammatizzare sul mondo della malavita americana degli anni Trenta, pieno zeppo di trovate comiche, sia fisiche che verbali. La storia vede Sonny (Gemma) e Charlie (Spencer) che si trovano a far da galoppini al mafioso Angelo (Middleton), soprannominato Sorriso per via di una paresi facciale che lo fa sembrare sempre allegro.
Sonny è un ex gelataio, uomo delle pulizie di una palestra giapponese dove ha imparato alcune mosse proibite; Charlie è un campione di wrestling di origini irlandesi dotato di grande forza bruta. I due futuri amici s’incontrano per caso durante una gara che avrebbe dovuto esser combinata, ma Charlie la vince lo stesso, quindi si mettono al servizio di Sorriso, ma non riescono a compiere cattive azioni, anzi, stanno sempre dalla parte degli oppressi e regalano soldi a chi non riesce a pagare la protezione.

Il cast è molto variegato, vista la produzione franco-ibero-italiana, ma convince, anche senza la presenza di Terence Hill che aveva recitato in precedenti film al fianco di Bud Spencer. Giuliano Gemma non è da meno e tira fuori la parte comica del suo repertorio, poco sfruttata rispetto al western d’azione e al cinema drammatico, ma ben presente tra le sue caratteristiche.
Enzo Barboni (vero nome di Cloucher) teme il flop dopo il successo di Trinità, ma le cose vanno molto bene, mentre un insuccesso lo registra un anno dopo, quando gira il sequel Anche gli angeli tirano di destro, sempre con Giuliano Gemma nella parte di Sonny, ma senza Bud Spencer come Charlie, sostituito dal modesto discobolo Ricky Bruch.

Anche gli angeli mangiano fagioli è scritto e diretto da Barboni, montato alla perfezione da Eugenio Alabiso che non fa sentire la fatica dei 122 minuti, colonna sonora di Guido e Maurizio De Angelis, meno orecchiabile di altre produzioni ma idonea al tema del film.
La comicità si regge sull’equivoco, sulle scene di rissa a base di cazzotti e pugni in testa, con Gemma che fa il finto tonto e Spencer che conclude la sequenza con una definitiva mazzata. Cinema slapstick comedy, debitore del fumetto comico e del cartone animato, anche del cinema muto, solo che, invece delle torte in faccia, abbiamo pugni e bastonate. La coppia Gemma-Spencer (doppiati da Pino Locchi e Glauco Onorato) tiene la scena molto bene, con grande affiatamento, ben coadiuvata da Robert Middleton (doppiato da Sergio Fiorentini) nei panni del mafioso e da Bill Vanders (doppiato da Ferruccio Amendola) come tenente perdente Mackintosh.

Il film è composto da una serie di avventure farsesche per ironizzare sul mondo della mala statunitense, sul sottobosco di corruzione poliziesca e sull’immigrazione che porta manovalanza criminale, fino all’imprevedibile finale con il ritorno al wrestling da parte di Charlie, e Sonny che diventa il suo secondo.
Da notare alcuni caratteristi di lusso del cinema bis italiano come Dante Cleri nei panni di un sarto, Alvaro Vitali suo assistente, e infine il mostruoso Salvatore Baccaro, che fa l’assaggiatore dei cibi del boss.

Un film da riscoprire, che abbiamo rivisto a distanza di molti anni grazie a Cine 34.


Regia: E. B. Cloucher (Enzo Barboni). Soggetto: Enzo Barboni. Sceneggiatura: Enzo Barboni, Tulio Demicheli, Marie-Claire Solleville. Fotografia: Francisco Marín. Montaggio: Eugenio Alabiso. Musiche: Guido e Maurizio De Angelis. Scenografia: Juan Alberto. Costumi: Luca Sabatelli. Case di Produzione: Tritone Cinematografica (Roma), Les Productions Fox – Europa (Parigi), Mundial Film (Madrid). Distribuzione (Italia): C.I.D.I.F. Paesi di Produzione: Italia, Spagna, Francia. Anno di Produzione: 1973. Durata: 122’. Genere: Commedia (farsa?) Poliziesca. Interpreti: Giuliano Gemma (Sonny Abernathy), Bud Spencer (Charlie Smith), Robert Middleton (Angelo), Bill Vanders (tenente Mackintosh), Steffen Zacharias (Gerace), Riccardo Pizzuti (Cobra), Francy Fair (ragazza del Salvation Army), George Wang (Naka-kata), George Rigaud (senatore O’Riordan), Víctor Israel (Giuda), Claudio Ruffini (arbitro incontro), Gérard Landry (spettatore incontro), Mauro Muscedere (bambino che mangia nocciolo), Fortunato Arena (poliziotto), Marcello Verziera (sgherro di Angelo), Enrico Chiappafreddo (poliziotto con Mackintosh), Lara Sender (figlia di Gerace), Margherita Horowitz (moglie di GeraceI, Denise Bataille (ballerina), Ricardo Palmerola (John O’Donnell), Richard Kolin (Tim O’Hara), Pietro Ceccarelli (testa di pietra), Giovanni Cianfriglia (ricamino), Giovanni Filidoro (Joe, il morto), ERmelinda De Felice (la vedova), Vincenzo Maggio e Franca Scegnetti (parenti del morto), Dante Cleri (il sarto), Alvaro Vitali (ragazzo del sarto), Salvatore Baccaro (assaggiatore di Angelo), Luigi Antonio Guerra, Patrick Morin.
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Gordiano Lupi (Piombino, 1960), Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio, ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz e ha pubblicato numerosissimi volumi su Cuba, sul cinema e su svariati altri argomenti. Ha tradotto Zoé Valdés, Cabrera Infante, Virgilio Piñera e Felix Luis Viera. Qui la lista completa: www.infol.it/lupi. Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come "Cominciamo bene le storie di Corrado Augias", "Uno Mattina" di Luca Giurato, "Odeon TV" (trasmissione sui serial killer italiani), "La Commedia all’italiana" su Rete Quattro, "Speciale TG1" di Monica Maggioni (tema Cuba), "Dove TV" a tema Cuba. È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche in Italia e Svizzera per i suoi libri e per commenti sulla cultura cubana. Molto attivo nella saggistica cinematografica, ha scritto saggi (tra gli altri) su Fellini, Avati, Joe D’Amato, Lenzi, Brass, Cozzi, Deodato, Di Leo, Mattei, Gloria Guida, Storia del cinema horror italiano e della commedia sexy. Tre volte presentato al Premio Strega per la narrativa: "Calcio e Acciaio - Dimenticare Piombino" (Acar, 2014), anche Premio Giovanni Bovio (Trani, 2017), "Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano" (Historica, 2016), "Sogni e Altiforni – Piombino Trani senza ritorno" (Acar, 2019).

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