Henning Mankell – L’uomo inquieto

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L’uomo inquieto è il romanzo che chiude la serie che Henning Mankell ha dedicato al commissario Kurt Wallander, reso celebre anche dalle due serie televisive che ne sono state tratte. Wallander si trova ad affrontare un caso che coinvolge direttamente la sua famiglia: la scomparsa del suocero Håkan von Enke, ex comandante di sommergibili, e di sua moglie Louise, a distanza di poco tempo. Le indagini lo porteranno a scoprire una rete di spionaggio e di intrighi politici legati alla guerra fredda, alla Storia della Svezia e al suo ruolo ambiguo in bilico tra Oriente e Occidente.

Congegnato come un giallo, L’uomo inquieto gode di un invidiabile equilibrio tra la storia del protagonista e l’intrigo internazionale, concedendosi di affrontare temi non facili come la vecchiaia, la solitudine e la paura della morte. Wallander, infatti, si sente sempre più estraneo al mondo che lo circonda, ma anche a se stesso, poiché ha seri problemi di salute e amnesie che lo portano a rischiare la sua stessa carriera, interrogandosi sul senso della sua vita e del suo lavoro.

Mankell ci regala un’opera di spessore, che chiude in modo degno una saghe molto apprezzata, sciogliendo tutti i nodi rimasti in sospeso nei romanzi precedenti e ricollegandosi specialmente a I cani di Riga, con la ricomparsa dell’amata Baiba. Fanno capolino anche la sorella Kristina, l’ex moglie e il fantasma del padre pittore, che non ha mai approvato la sua scelta di diventare poliziotto. Vera e propria coprotagonista è la figlia, Linda, che (come nella popolare saga di Bosch di Michael Connelly) ha seguito le sue orme ed è diventa poliziotta. Non solo, si è fidanzata con il figlio di Håkan von Enke, divenendo parte in causa dell’indagine non autorizzata condotta da suo padre. Nel corso del romanzo Wallander diventa anche nonno di una bambina, Klara, che gli dà una nuova speranza e apre all’unico futuro possibile per un uomo alla fine della vita.

I temi politici, mai assenti nei romanzi dello scrittore svedese, si caratterizzano per una critica sottotraccia e non manichea all’influenza nefasta di determinate ingerenze straniere, che lasceremo ai lettori il piacere di scoprire e che oggi appaiono più attuali che mai.
Lo stile, come sempre, è fluido e avvolgente, i personaggi ben caratterizzati, la trama ricca di colpi di scena e spunti di riflessione. Un libro molto appagante per i fan di Wallander, ma che può essere letto anche da chi non conosce la serie. Un’ottima conclusione per una serie di alta qualità.

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