Quando sulla Terra compare un genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui. Con questa premessa, colta citazione di Jonathan Swift, il romanzo di John Kennedy Toole introduce la bizzarra figura di Ignatius Reilly, tronfio e ottuso provocatore intorno al quale ruota una girandola di personaggi altrettanto strambi, che lui vede come potenziali “nemici”; del resto, nella sua visione del mondo, vorrebbe bandita la mediocrità, senza rendersi conto che lui stesso ne è la quintessenza: si illude di star combattendo la sua personale “banda di idioti” ma ne è, inconsapevolmente, il capo, e questo genera molte delle situazioni umoristiche per le quali il romanzo è diventato famoso.
Il libro è tutto costruito sulla presentazione dei personaggi e sulle loro interazioni, piuttosto che su una trama articolata: così incontriamo la disperata signora Riley, madre chioccia appassionata di bowling, il riottoso Jones, costretto a una sorta di nuova schiavitù, la svampita signorina Trixie, alla quale la pensione potrebbe essere fatale, e tutta una folla di altri caratteri.
L’altro elemento che caratterizza Una banda di idioti è la sua ambientazione nella New Orleans degli anni Sessanta, con i suoi vicoli, i suoi locali caratteristici, i quartieri e l’umanità che li abita rendendoli vivi, perfetto scenario assurdo di vicende altrettanto folli.
Lo stile punta all’umorismo grottesco e il tratteggio dei personaggi, quasi caricaturale, mira a far sì anziché parteggiare per la banda di idioti, arriviamo a odiarla, pur ridendo delle disavventure di Ignatius. In verità, alla lunga, questo espediente narrativo arriva a stancare, e in alcuni punti la lettura si fa pesante. Ottima, comunque, la traduzione italiana di Luciana Bianciardi (figlia dello scrittore Luciano), che fila senza intoppi e restituisce perfettamente le sfumature del linguaggio originale.
Una banda di idioti appartiene a quel filone narrativo che sfrutta la situazione paradossale e l’assurdo come chiave di lettura per il mondo che ci circonda. Se amate questo tipo di narrativa, potrà piacervi; se invece cercate riferimenti più concreti e pregnanti, orientatevi su altre letture.