Ibernato suo malgrado, Antonio Schifino, un operaio degli anni Settanta, si risveglia nel 1986 in un’Italia cambiata a tal punto da sembrargli irriconoscibile. Tra letargie, stati comatosi e detenzioni in istituti per l’igiene mentale, giunge, immutato dagli eventi, fino al nostro presente.
L’espediente è semplice ma efficace, e permette a Cataldo Russo di dar vita a uno straordinario romanzo satirico che ripercorre molti punti salienti della recente Storia italiana.
Nonostante i camuffamenti operati dall’autore, che cela i personaggi dietro le fattezze di animali quanto mai appropriati ai ruoli, chi conosce la nostra storia troverà riferimenti chiari, evidenti; chi non la conosce vi scoverà inquietanti riferimenti e analogie con il presente che stiamo attraversando.
Schifino si risveglia giusto in tempo per subire le conseguenze del disastro di Chernobyl e per essere testimone della nascita della Lega Nord, che l’autore rappresenta mettendo in campo tutti i più retorici e diffusi pregiudizi nei confronti dei meridionali; assiste allibito alle esternazioni e alle picconatore di Francesco Cossiga; rimane incredulo per i fatti di Tangentopoli e lo scandalo del Pio albergo Trivulzio; partecipa alla discesa in campo di Berlusconi; è presente quando la calciomania avanza e i fenomeni creati dalla televisione vengono scambiati per la realtà; condivide il declino del PDS e la deriva della sinistra; osserva la schiacciante vittoria di Forza Italia; prende parte al delirio collettivo della chirurgia estetica; e si dissolve in una ricerca mitica nel finale aperto, anzi apertissimo, come il nostro futuro.
Non manca, nel corso della narrazione, qualche riferimento alle opere precedenti dell’autore, specialmente al mondo contadino de “I recinti di Don Pietraviva” e agli emarginati de “Il cielo sopra di me”, ma il registro è completamente diverso, misurato con uno stile spigliato, caustico e astutamente divertito. Ne risulta un romanzo intelligente, spassoso e coinvolgente dalla prima all’ultima pagina, costantemente scorrevole e godibile anche da chi non conosce i fatti cui ci si riferisce.
Una ventata di aria fresca nell’asfittico panorama della narrativa italiana.