Heiko H. Caimi – Giacomo Ferri, il genio

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Mi chiamo Giacomo Ferri e sono un genio. Non è che io sia particolarmente modesto, ma, se lo fossi, sarebbe una dimostrazione della mia straordinaria modestia, che, com’è ovvio, è un’altra delle mie doti eccezionali. Oggi sto scrivendo il mio romanzo più ambizioso, che sarà senz’altro ricordato come un capolavoro della letteratura moderna. Non lo dico per vantarmi, ma semplicemente per informare il mondo che sta per essere cambiato da me e dalle mie parole.
Siedo al mio elegante desk di legno intagliato, inondato dalla luce dorata che filtra attraverso le tende di seta. La mia penna, una stilografica d’oro massiccio, scintilla con un lustro che solo la genialità di uno scrittore imprescindibile potrebbe giustificare. E quello, ça va sans dire, sono io.
Inizio a scrivere il primo capitolo, che, ovviamente, è una sinfonia di perfezione.
“La mia storia inizia con un protagonista di nome Giacomo Ferri, un uomo di straordinaria intelligenza e fascino, con un talento incomparabile per la scrittura e una bellezza che potrebbe rendere gelosi gli dei dell’Olimpo”.
Mi fermo un momento per ammirare il mio lavoro. È perfetto. La penna scivola sulla carta come una danza di eleganza e magnificenza. Dico la penna perché fa molto scrittore, ma in realtà scrivo con il computer. Non che la mia scrittura a mano non sia perfetta, ma il computer permette di renderla più chiara e immediata a chi dovrà leggere il mio capolavoro.
“Giacomo Ferri,” proseguo, “ha il potere di affascinare e incantare chiunque si trovi nei suoi paraggi. Non c’è uomo o donna che possa resistere al suo carisma irresistibile”. Sì, le premesse del personaggio ci sono tutte. Il mio lavoro è davvero ineffabile.
Riprendo a battere sulla tastiera. Con ogni parola che scrivo, sento che il mondo intero diventa un posto migliore grazie a me. Ogni frase è un colpo di genio, ogni paragrafo una dimostrazione della mia maestria. Ma il mio romanzo ha bisogno di una trama che rispecchi la mia grandezza, quindi decido di ambientarlo in un regno lontano dove solo io posso salvare il mondo con la mia saggezza e la mia bellezza. Perché solo la bellezza può salvare il mondo.
Nel mio romanzo, Giacomo Ferri deve affrontare un drago terribile. Ma non un drago qualunque. No, sarebbe un fantasy come tutti gli altri, e io voglio e devo scrivere solo opere incomparabili. Questo drago è una metafora delle forze del male che cercano di oscurare la luce della mia genialità. E, ovviamente, solo Giacomo Ferri può sconfiggerlo, perché solo lui possiede il coraggio, la forza e l’intelligenza necessari.
Durante la battaglia, Giacomo Ferri non solo sconfigge il drago, ma lo fa con uno stile così sofisticato che il drago stesso si arrende con un’espressione di adorazione: “Non posso competere con tanta magnificenza,” dice, “perché tu sei, senza dubbio, il più grande degli eroi”.
Grande! E dove lo trovi, in un altro romanzo, un eroe così?
Alla fine, Giacomo Ferri salva il regno e viene acclamato come “il” salvatore. Ma non è solo “il” salvatore. È anche l’artista, il poeta, il filosofo, il visionario. In altre parole, sono io.
Quando, dopo il lavoro di qualche giorno, finalmente chiudo il file del mio romanzo, non posso fare a meno di sorridere. Mi alzo dal mio desk, mi faccio un inchino davanti allo specchio e mi applaudo. La mia grandezza non può essere negata, e il mondo, a breve, riconoscerà la mia straordinaria capacità di scrivere e di essere incredibilmente affascinante.
Cammino verso il mio divano di velluto e mi siedo con eleganza. Con una mano sollevo una tazza di tè, che, come tutto il resto nella mia vita, è perfetta. Sorrido tra me e me, sapendo che il mondo è ora un posto migliore grazie alla mia magnificenza. Dopo tutto, non sono io a dirlo, ma è solo la pura, innegabile verità. E nessun editore lo potrà negare.
Mentre mi rilasso, guardo fuori dalla finestra, contemplando la bellezza del mondo che ho contribuito a rendere così straordinario. Perché, come ho sempre detto, se non puoi essere un genio, allora almeno prova a scrivere come se lo fossi.

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Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e, insieme a Viviana E. Gabrini, "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022) e "Niente per cui uccidere" (Calibano, 2024). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

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