ovvero Come diventare uno scrittore di romanzi d’appendice
Sono uno scrittore in crisi, e devo ancora crogiolarmi nella gloria e nel fascino dei festival letterari. L’unica fortuna che mi è capitata fino ad ora è quella di essere stato invitato a un festival di poesia nella mia città d’origine. Molte bellissime poetesse erano ospiti illustri e io ero stato assegnato come assistente personale a due di loro. Mentre passeggiavo con la più anziana sulle coste di una spiaggia sabbiosa, un’onda si è improvvisamente materializzata davanti a noi, ma ha bagnato solo i suoi piedi. Mi è venuta in mente l’inefficacia di certe storie che mi ero sforzato di raccontare, come oso… oso, rimbombava nella mia testa di chiederle – oso – un consiglio per la mia attività letteraria.
Era una donna molto simpatica, non solo una celebre poetessa. Mi disse: “Non esaurire mai il tuo corredo di immagini, non ripeterle mai e usale solo una volta, come una battuta banale e sdolcinata che provi con delle damigelle non a proprio agio”.
Quando eravamo nella sua camera d’albergo, ho detto: ‘La notte scorsa ho letto un articolo secondo il quale ‘feuilletonist’ era diventato l’insulto peggiore in lingua tedesca”.
E abbiamo scritto insieme un ‘feuilleton’ (romanzo d’appendice).
Ecco un estratto:
Quale parte di me preferisci?
I tuoi piedi sono la parte migliore. Mi fanno venire in mente mia madre.
Cosa? Lei ridacchia.
Tu sai che l’India è la terra degli incantatori di serpenti.
Sai suonare il flauto?
Potresti provare.
Mostrami il tuo serpente da un occhio solo.
Cosa? Ho sussultato per un attimo.
Ma devi usare i tuoi piedi.
Sì.
Aveva una destrezza impressionante con i suoi piedi.
La sua pelle non era morbida come poteva sembrare.
Sono stato capace di resistere e scrivere questo.
Quando era in bagno, ho aperto la sua agenda e vi ho letto la sua ultima nota:
Mary Wollstonecraft ha detto:
‘La mente non ha sesso’.
Traduzione di Tommaso B.
Tommaso B. (nato nel 1979) vive a Milano, si è diplomato al liceo linguistico e ha avuto esperienze universitarie di variegata natura; lavora in tutt’altro settore, diverso dalle materie che aveva studiato.
Racconto scelto da Emilia Mirazchiyska