Le relazioni pericolose

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V’è una sciaguratissima opinione, ormai tanto radicata nel gusto dei lettori moderni da aver assunto i contorni di un mito intoccabile, che concepisce i romanzi epistolari – ove la storia viene raccontata indirettamente, attraverso le lettere dei personaggi, e non attraverso le loro azioni – come lenti, prolissi e irrimediabilmente superati.

Nell’epoca di WhatsApp, in cui la parola fantasmatica dello smartphone ha surclassato la parola scritta, ai più sembra inconcepibile che un medium obsoleto come la lettera, con il suo alto tasso di riflessione e il suo carico di ragionamenti, possa sostenere lo svolgersi di una “bella” storia, di una storia, cioè, che sia al contempo avvincente, rapida, spettacolare, ma anche pregnante, significativa, esemplare.

Eppure, tanto per citare un’autorità in fatto di belle storie, Jane Austen era convinta (e noi oggi lo siamo con lei) che a person who can write a long letter with ease, cannot write ill (“Chi sa scrivere una lunga lettera con facilità, non può scrivere male”).

Della stessa idea di Jane Austen sembrano essere anche i cineasti, questi moderni narratori ai cui prodotti qualsiasi cosa si può rimproverare tranne, quasi mai, la lentezza. È proprio il cinema, infatti, che sembra continuare oggi la tradizione del romanzo epistolare, nel momento in cui prende spunto dagli esempi migliori del genere, e li ripropone in versioni sempre diverse e aggiornate, riscuotendo, spesso, grandi successi di pubblico e, a volte, anche di critica.

È la sorte del capolavoro assoluto fra i romanzi epistolari, Les Liaisons Dangereuses (Le relazioni pericolose), pubblicato nel 1782 dal francese Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos.
Il romanzo racconta gli intrighi perpetrati da due nobili libertini senza scrupoli, la marchesa di Merteuil e il visconte di Valmont, un tempo amanti e ora alleati nell’immoralità, per sedurre e corrompere due giovani fidanzati, l’educanda Cécile de Volanges e il Cavaliere Danceny, e l’austera, bellissima Presidentessa di Tourvel.

Apparentemente cagionate dalla sete di vendetta e dalla ricerca del piacere, le azioni dei due protagonisti hanno in realtà alla radice un protervo desiderio di onnipotenza (caratterizzato, nel caso della Merteuil, da una volontà di autoaffermazione quasi proto-femminista) che si realizza nella ricerca del dominio pieno e incontrollato sugli altri personaggi.

Proprio quando il loro successo apparirà totale, e il male avrà apparentemente trionfato sull’innocenza e la virtù, gli eventi precipiteranno d’improvviso, e la Merteuil e Valmont troveranno un destino che farà giustizia delle loro scelleratezze.

Tuttavia il finale edificante non cancellerà nei lettori l’impressione demoniaca che percorre e, diremo quasi, vivifica ogni pagina del romanzo.

A parte la breve Avvertenza iniziale, Les Liaisons Dangereuses si compone unicamente delle 175 lettere scambiate fra i personaggi.

Esse danno conto, sviscerandola anche nei particolari più inquietanti, di una materia incandescente e, a tratti, malsana. Contrariamente al mito pernicioso cui alludevamo più sopra, anche la forma epistolare, nei suoi esiti più alti, è dunque perfetta per la narrazione di vicende drammatiche, specialmente quando, come in questo testo, essa combina i ricercati stilemi della retorica settecentesca alle descrizioni più icastiche e dirette.

Un’altra ragione – non certo la minore – dell’eccellenza del genere epistolare è la possibilità da esso offerta di mettere a nudo senza mediazioni l’indole più autentica dei personaggi attraverso le loro stesse parole: è grazie a ciò che Les Liaisons Dangereuses è giustamente celebrato per lo studio spietato e lucido delle perversità del cuore umano.

Ed è anche per questo motivo che i suoi personaggi, specialmente la gelida e crudelissima Merteuil e il caldissimo e astuto Valmont, ormai divenuti paradigmatici, hanno attirato l’attenzione dell’industria cinematografica, che ha ben presto riconosciuto e sfruttato le loro potenzialità spettacolari.

Partendo da queste considerazioni, esamineremo le versioni del romanzo succedutesi nel corso degli ultimi sessant’anni di cinema. Senza rispettare l’ordine cronologico, segnaliamo subito i due prodotti più recenti, provenienti dall’estremo Oriente, che testimoniano dell’interesse suscitato dal romanzo di Laclos anche in quelle culture: si tratta di Untold Scandal (Joseon namnyeo sangyeoljisa) di Je-yong Lee (2003), che colloca la vicenda negli ambienti aristocratici della Corea settecentesca, e di Dangerous Liaisons (Wi-heom-han gyan-gye) di Jin-ho Hur (2012), presentato a Cannes, che è ambientato nell’alta società della Shangai degli anni Trenta del secolo scorso.

Nel 1959 il regista francese Roger Vadim diresse una versione di Les Liaisons Dangereuses, in cui la Merteuil e Valmont, interpretati da Jeanne Moreau e Gérard Philipe, sono una disinibita coppia contemporanea che tesse le sue trame fra la vita vorticosa di Parigi e i soggiorni sulla neve di Megève.

Nonostante la presenza di grandi attori e la colonna sonora jazz di Thelonious Monk e Art Blakey, il film appare oggi fortemente datato, e mostra un campionario di modeste perversioni che ricordano solo lontanamente il cinismo e la malizia del romanzo.

Alla fine degli anni Ottanta del Novecento l’ambientazione originale del romanzo fu riproposta in due film usciti quasi contemporaneamente, Dangerous Liaisons di Stephen Frears (1988) e Valmont di Miloš Forman (1989). L’inevitabile confronto fra i due ci porta a preferire l’opera di Frears, che va anzi considerata, a nostro giudizio, la migliore trasposizione mai portata sullo schermo del romanzo di Laclos.

Forman mette fra parentesi l’impianto generale del romanzo, e si concentra soprattutto sulla figura di Valmont (interpretato da Colin Firth), facendone un improbabile eroe senza fortuna e cadendo così nel vieto cliché dell’”uomo che non sapeva amare”.

Al contrario, Frears è più rispettoso del testo originale: il suo film, che conserva l’impianto corale del romanzo e dà il giusto spazio a tutti i personaggi, ne restituisce il sapore di lotta crudele fra amore e passione, combattuta con le armi del cinismo e dell’ipocrisia.

Magistrale è inoltre la prestazione degli attori – Glenn Close e John Malkovich nei panni della Merteuil e di Valmont, Uma Thurman e Keanu Reeves in quelli di Cécile e di Danceny, e Michelle Pfeiffer, che impersona una commovente e straziata Presidentessa di Tourvel. I due film sono infine da ricordare per l’accuratissima ricostruzione storica.

Anche sotto questo aspetto il film di Frears si fa preferire: se le scenografie e i costumi di Valmont sono corretti e, in un certo senso, convenzionali, quelli di Dangerous Liaisons, pur concedendosi qualche libertà di troppo, sono brillantissimi, una vera gioia per gli occhi.

Infedele ma, a suo modo, interessante è la scelta espressiva del regista americano Roger Kumble, che nel 1999 realizzò Cruel Intentions – Prima regola non innamorarsi. La vicenda è trasportata negli ambienti della gioventù WASP di oggi, che vive nei quartieri bene di New York e frequenta i college più esclusivi della East Coast.

Il bel Valmont e l’inappuntabile Merteuil sono due fratellastri apparentemente perfetti ma segretamente rotti a tutti gli eccessi, inclusi quelli incestuosi. Fatto apposta per solleticare gli istinti dei teenager, troppo patinato e furbo per essere veramente apprezzabile, il film è però interessante per l’ambientazione straniante.

Dopo il buon successo di pubblico, fu seguito da due pellicole dallo stesso titolo che, allontanandosi dall’originale, non sono degne di particolare menzione.
La storia dei diversi esiti conseguiti dalle trasposizioni cinematografiche di Les Liaisons Dangereuses dimostra, una volta di più, che la riuscita di un film si misura sull’efficacia della sceneggiatura.

Ovvero, per dirla in altri termini, sul rapporto dialettico, giocato fra rispetto assoluto e tradimento più sfrenato, che lega la parola scritta alla sua resa in immagine. È una sfida delicata che non sempre i cineasti sono in grado di vincere ma, nei casi in cui essi riescono nell’intento, il risultato è spesso memorabile.

Schede Films

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Scheda film 1

Titolo: Le relazioni pericolose

Genere: Drammatico

Regia: Roger Vadim

Cast: Jeanne Moureau, Gérard Philipe, Annette Vadim, Jeanne Valérie, Jean-Louis Trintignant

Anno: Francia, 1959

Info: 106’

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Scheda film 2

Titolo: Le relazioni pericolose

Genere: Drammatico

Regia: Stephen Frears

Cast: Glenn Close, John Malkovich, Uma Thurman, Keanu Reeves, Michelle Pfeiffer

Anno: USA, UK, 1988

Info: 119’

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Scheda film 3

Titolo: Valmont

Genere: Drammatico

Regia: Miloš Forman

Cast: Annette Benning, Colin Firth, Fairuza Balk, Henry Thomas, Meg Tilly

Anno: USA, Francia, 1989

Info: 137’

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Scheda film 4

Titolo: Cruel Intentions – Prima regola non innamorarsi

Genere: Drammatico

Regia: Roger Kumble

Cast: Sarah Michelle Gellar, Ryan Philippe

Anno: USA, 1999

Info: 97’

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Scheda film 5

Titolo: Untold Scandal (Joseon namnyeo sangyeoljisa)

Genere: Drammatico

Regia: Je-yong Lee

Cast: Bae Yong-jun, Lee Mi-suk

Anno: Corea del Sud, 2003

Info: 124’

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Scheda film 6

Titolo: Dangerous Liaisons (Wi-heom-han gyan-gye)

Genere: Drammatico

Regia: Jin-ho Hur

Cast: Zhang Ziyi, Jang Dong-gun, Cecilia Cheung

Anno: Cina, 2012

Info: 110’

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