La prima vista del mosaico a secco che, sotto di noi, si svolge
o le parole inconsuete mormorate al bancone di zinco;
la pelle che mi si squama sulla schiena come mappa che si stende
o acri gialli di girasoli rivolti verso il cielo;
sporadici scorci d’un fiume che lento scorre
per fessure incassate nei tornanti d’una scala;
piccioni di terracotta su ambrogette di terracotta
o icone che sfavillano tra penombra e incenso;
un tram dell’ultim’ora/ che sferraglia per suburbi illuminati
o un aereo mattutino che sorvola i bassi tetti cittadini;
e le conversazioni a spirale che durano la notte intera
o il lacrimoso muschio di vino appena travasato;
l’ultimo fischio di passaggio d’un ultimo treno di passaggio –
quei giorni, per restare, non necessitavamo licenza da nessuno.
31 gennaio 2020
Traduzione di Angela D’Ambra
Testo originale
Tom Phillips – In passing
The first sight of dry patchwork rolling out beneath us
or unfamiliar words murmured at zinc bar counters;
peeling skin on my back like an unfolding map
or yellow acres of sunflowers facing up to the sky;
sporadic glimpses of a slow-moving river
through slits set into the curves of a staircase;
terracotta pigeons on terracotta tiles
or icons glinting through incense and gloom;
a late tram rattling through lamplit suburbs
or an early plane flying over low city rooftops;
those spiralling conversations lasting all night
or the plangent musk of newly poured wine;
the passing last whistle of a passing last train –
those days we needed nobody’s leave to remain.
31 Jan 2020