Grace Nichols è nata a Georgetown, Guyana, nel 1950 ed è cresciuta in un piccolo villaggio sulla costa guyanese. Si è trasferita con la famiglia in città all’età di otto anni, un’esperienza narrata nel suo primo romanzo, Whole of a Morning Sky (1986), ambientato nella Guyana degli anni sessanta nel corso della lotta per l’indipendenza di quel paese.
Ha lavorato come insegnante e giornalista e, dopo essersi laureata in scienza della comunicazione all’università della Guyana, ha vissuto a lungo nelle aree rurali più remote di quel paese, una fase che ha influenzato i suoi scritti e ha incoraggiato un interesse per le leggende popolari guyanesi, i miti amerindi e le civiltà precolombiane.Si è poi trasferita in Inghilterra dove vive senza interruzioni dal 1977 insieme al suo compagno, il poeta e romanziere John Agard.
La sua prima raccolta di poesie, I is a Long-Memoried Woman, è uscita nel 1983. Il libro si aggiudicò il prestigioso Commonwealth Poetry Prize e un film tratto da quel testo ottenne la medaglia d’oro all’International Film and Television Festival di New York. Il libro è stato anche adattato sotto forma di radiodramma dalla BBC.
Le seguenti raccolte poetiche includono The Fat Black Woman’s Poems (1984), Lazy Thoughts of a Lazy Woman (1989), Sunris (1996), Picasso, I Want My Face Back (2009), il suo libro retrospettivo di poesie scelte I Have Crossed an Ocean (2010), The Insomnia Poems (2017) e Passport to Here and There (2020).
A quella di poeta, Nichols affianca una ricca produzione di romanzi e libri per l’infanzia, ispirati soprattutto dal folklore della Guyana e dalle leggende Amerindie.
Le poesie di Grace Nichols celebrano la sensualità, la generosità, il calore primordiale e attaccano la meschinità, l’egoismo, il razzismo o il suo travestimento più comune, l’ipocrita paternalismo.
La sua prima raccolta, I Is a Long Memoried Woman (1983), che ha ottenuto il prestigioso Commonwealth Poetry Prize, è l’ambiziosa storia di una donna Afro-Caraibica vista attraverso tutti gli stadi dello sfruttamento storico.
The Fat Black Woman’s Poems (1984), forse il suo libro più popolare, ruota intorno a un personaggio nuovo ed emblematico: “La grassa donna negra”. È una divertente, rilassata e carnale sfida a tutto ciò che è magro e mediocre nella società occidentale. La magrezza, quindi, come segno di avarizia e meschinità, come nella celebre tirata di Giulio Cesare contro Cassio nella tragedia Shakespeariana.
In Lazy Thoughts of a Lazy Woman (1989) la voce è simile a quella della “grassa donna negra” ma questa volta orientata verso un’accettazione e una conquista psicologica del proprio “ambiente acquisito”, verso un desiderio di appartenenza, quasi di contro-colonizzazione, come nel famoso verso, diventato proverbiale: wherever I hang me knickers that’s my home: “casa è dovunque io metta le mutande a stendere”.
Anche la lingua si fà gergale e dialettale, in un orgoglioso recupero della lingua creola caraibica contro l’“inglese della regina”. In questo Grace Nichols si affianca a quel movimento fertilissimo dell’Inghilterra contemporanea che sono i poeti “dub” di origine caraibica.