Ellen Bass: il meglio di se stessi deve brillare come polvere stellare

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Non ho ancora letto il lavoro completo di Ellen Bass ma la trovo una delle più interessanti autrici contemporanee per il processo di scrittura molto impegnata in temi che non sono facilmente assimilabili dalla gente. Mi riferisco ai suoi libri di saggistica tra cui Free Your Mind: The Book for Gay, Lesbian and Bisexual Youth (HarperCollins, 1996), I Never Told Anyone: Writings by Women Survivors of Child Sexual Abuse (HarperCollins, 1983), and The Courage to Heal: A Guide for Women Survivors of Child Sexual Abuse (Harper Collins, 1988, 2008).

In Italia questi titoli potrebbero spaventare il pubblico e gli intellettuali rispettabili che, naturalmente, vorrebbero un poeta socialmente impegnato, ma non con temi così evidentemente scomodi e delicati. Anche per questo motivo sarei molto felice che le sue poesie (e anche i suoi libri di saggistica) fossero tradotti in italiano.
Penso davvero che in Italia vi sia la necessità e l’urgenza di una visione più ampia della poesia e della letteratura…

La poesia offre grandi possibilità espressive e contiene tutti i temi che la vita può contenere.
Questa ipotesi trova la sua conferma nella poesia di Ellen Bass i cui versi riescono a contenere una funzione narrativa senza mai perdere la specificità del linguaggio poetico.
In particolare – e specialmente in Indigo, quello che ho letto – la poetica di E. Bass è fatta di minuzie e attenzioni, di ricordi rintracciati con abilità millimetrica.
Alcune poesie mi hanno davvero toccato: ad esempio il Caffè nero in cui ho visto anche parti della mia vita, essendo figlia di commercianti e avendo avuto gravi malattie dei miei genitori.
Non credevo che anche la mia vita potesse essere poetica. Così ho riflettuto su quello che ha fatto questa autrice, coraggiosa nel mettere in gioco se stessa e la sua biografia, trasformandola in poesia.
Questa attenzione ai dettagli autobiografici mi ha fatto pensare a una lenta preparazione, come se l’autore stesse per rendersi bella per i suoi ultimi anni di vita, quelli in cui il meglio di se stessi deve brillare come polvere stellare, volendo riprendere una delle sue belle metafore.

Apprezzo moltissimo anche la musicalità dei suoi versi, dove il verso lungo si stempera in versi più brevi e incursioni classiche. Abbondano le figure di suono, specie assonanze e allitterazioni in suoni dolci, la ritmica ha un andamento regolare e musicale, particolareggiato con abbondanza di enjambements sapientemente collocati. Difficile rendere tutto ciò in italiano rimanendo fedeli al testo e alle metafore polisemiche (spesso intere poesie sono esse stesse metafore più estese), a volte impossibili da rendere in italiano, altre meglio come nel caso di “spur” / sperone  (in italiano sperone ha una forte polisemia di senso) in Mammogram Call Back with Ultra Sound.

I richiami classici impliciti ed espliciti con interi versi riportati nella poesia sono del tutto stupefacenti, collocati con sapienza a suggerire ed esaltare il senso poetico del testo, il significato delle analogie e delle metafore assolutamente ponderate con complicità di parola.

 Ad esempio in “Mammogram…” il verso: More happy love! more happy, happy love! è tratto da “Ode su un’urna greca” di Keats e non è stato messo come un ornamento sterile ma è centrale e rende tutto il significato sottostante del testo.

Così come quel That’s what I need to know. Nella chiusa del poema Indigo allude ancora a Keats: Ye know on earth, and all ye need to know.
Con Ellen Bass ho delle evidenti contiguità – di cui non posso parlare qui per intero – ma che hanno attirato la mia attenzione a tal punto da volerla tradurre.

Ellen Bass mi ha piacevolmente sorpreso con la sua affabilità e semplicità, che rendono un autore un vero poeta. Vorrei ringraziarla per le parole che ha speso per le mie traduzioni e i miei rapidi commenti, per i ricordi dell’Italia che ha voluto condividere con noi, per la sua gentilezza verso le nostre richieste di collaborazione. Sento già di avere un legame molto forte con la sua sensibilità artistica. Spero di leggere presto altre sue poesie…


Le poesie di Ellen Bass su Inkroci:

Indaco
Il Piccolo Paese
Caffè nero
Richiamo mammografia a ultrasuoni


Ellen Bass ha pubblicato numerosi e premiati libri di poesie, tra cui Like a Beggar, The Human Line, e Mules of Love. Sue poesie sono apparse con frequenza in The New Yorker, The American Poetry Review, e molte altre riviste. È stata co-curatrice della prima grande antologia di poesia femminile No More Masks!, e i suoi saggi includono il bestseller The Courage to Heal. Tra i suoi premi ci sono borse di studio del National Endowment for the Arts and the California Arts Council, tre Pushcart prizes, e il Lambda Literary Award. Cancelliera dell’Academy of American Poets, insegna nel programma di scrittura MFA presso la Pacific University.

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Valentina Meloni è nata a Roma nel 1976. Scrive poesie, saggi, aforismi e racconti da diversi anni. Ha pubblicato cinque libri di poesia, uno di racconti e due di fiabe illustrate. Inoltre ha dato alle stampe diverse plaquettes numerate. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, cinese, giapponese, arabo, bulgaro, spagnolo e sono apparsi in blog, riviste e quotidiani internazionali. Ambasciatrice della voce per la Poetry Sound Library, scrive in riviste letterarie e culturali e nei suoi blog di eco-poesia ed ecologia profonda. Sito: www.valentinameloni.com

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