Il romanzo non è morto: lo prova Hugh Grant

0
187

Nel luglio del 1995, il mondo occidentale fu scosso da una notizia che fece il giro dei tabloid: l’attore britannico Hugh Grant, allora fidanzato con la modella e attrice Elizabeth Hurley, venne arrestato a Los Angeles per aver avuto un rapporto sessuale orale con una prostituta, Estella Marie Thompson, nota come Divine Brown. La cosa provocò molto scandalo e decretò quasi la fine della carriera del bell’attore, considerato sessuomane, tant’è che un giornalista statunitense gli domandò: “Adesso andrà da uno psicoterapeuta?”, e Grant gli rispose: “No. In Inghilterra leggiamo romanzi”.

Questa risposta, che suonò come una provocazione e una difesa della cultura letteraria britannica, nascondeva in realtà una verità profonda: il romanzo, come forma d’arte e di espressione, non è mai morto, né lo sarà mai. È infatti il genere letterario per eccellenza, capace di raccontare la vita, le emozioni, i sogni, le paure degli esseri umani, in tutte le loro sfumature e complessità, e con tutte le loro contraddizioni.

Il romanzo è lo specchio della società, ma anche il motore del cambiamento, il luogo dove si sperimentano nuove idee, nuovi linguaggi, nuove visioni del mondo. Inoltre è il genere letterario più amato e letto dal pubblico, che trova nei libri una fonte sia di piacere, di evasione, sia di riflessione e crescita personale. E attraverso il romanzo si può creare un legame empatico e duraturo tra lettore e libro, un legame che va oltre le mode e le tendenze.

Il romanzo è testimone della storia, ma anche precursore del futuro, veicolo di valori, di messaggi, speranze, critiche e proposte. Non a caso ha resistito a tutte le sfide che gli si sono presentate nel corso del tempo: la censura, la concorrenza di altri media, la crisi del mercato editoriale, la trasformazione dei gusti e delle abitudini dei lettori. Ha saputo adattarsi, innovarsi, diversificarsi senza perdere la propria forza. Ha dato vita a sottogeneri, correnti, scuole, movimenti che hanno arricchito il panorama letterario e culturale. Ha generato capolavori, classici che si leggono ancora adesso e che hanno segnato epoche e generazioni.

Il romanzo, contrariamente a quanto da decenni annunciano certe cassandre, è vivo e vegeto, e continua a offrire al mondo la sua inestimabile bellezza. È uno dei doni più prezioso dell’umanità, perché non è puritano né perbenista: è semplicemente il diario dell’umanità. E Hugh Grant, con la sua risposta, ha dimostrato di saperlo bene.

SHARE
Articolo precedenteLuciano Taffurelli – Nati per perdere
Articolo successivoWilliam Styron – Le confessioni di Nat Turner
Heiko H. Caimi, classe 1968, è scrittore, sceneggiatore, poeta e docente di scrittura narrativa. Ha collaborato come autore con gli editori Mondadori, Tranchida, Abrigliasciolta e altri. Ha insegnato presso la libreria Egea dell’Università Bocconi di Milano e diverse altre scuole, biblioteche e associazioni in Italia e in Svizzera. Dal 2013 è direttore editoriale della rivista di letterature Inkroci. È tra i fondatori e gli organizzatori della rassegna letteraria itinerante Libri in Movimento. ha collaborato con il notiziario "InPrimis" tenendo la rubrica "Pagine in un minuto" e con il blog della scrittrice Barbara Garlaschelli "Sdiario". Ha pubblicato il romanzo "I predestinati" (Prospero, 2019) e ha curato le antologie di racconti "Oltre il confine. Storie di migrazione" (Prospero, 2019), "Anch'io. Storie di donne al limite" (Prospero, 2021) e, insieme a Viviana E. Gabrini, "Ci sedemmo dalla parte del torto" (Prospero, 2022) e "Niente per cui uccidere" (Calibano, 2024). Svariati suoi racconti sono presenti in antologie, riviste e nel web.

Lascia un commento

Scrivi un commento
Per favore inserisci qui il tuo nome

inserisci CAPTCHA *