William Styron – Le confessioni di Nat Turner

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Le confessioni di Nat Turner è un romanzo storico molto particolare. Il racconto prende le mosse dall’unica, documentata rivolta di schiavi del Sud degli USA e dagli atti del processo ai ribelli, tutti giustiziati.

Virginia, 1831. Nat Turner è uno schiavo ma ha comunque alcuni privilegi: è istruito e profondamente religioso, ha sempre vissuto nella casa del padrone che lo ha allevato e gli ha dato la possibilità di imparare il mestiere di carpentiere, col quale gli ha promesso l’emancipazione. Una serie di rovesci di fortuna lo trasforma però prima in un fanatico religioso, poi nell’istigatore della sanguinosa rivolta; attraverso la confessione che egli rende poco prima di essere giustiziato, Styron ne ricostruisce la vicenda umana, collocandola precisamente nel suo contesto storico, senza intenti moralisti.

Premiato col Pulitzer nel 1968, riconoscimento che sollevò forti accuse di razzismo da parte della comunità afroamericana, il romanzo utilizza una prosa efficace che alterna toni apocalittici ad altri più intimisti e sofferti e fonde perfettamente l’elemento storico con quello di finzione, stimolandoci a porci, insieme al protagonista, fondamentali domande sull’equilibrio tra bene e male, sui rapporti sociali e sulle necessità individuali, sull’orizzonte presente e le reminiscenze del passato.

Un vero romanzo storico: non una storia semplicemente ambientata nel passato, ma il passato che si fa storia attraverso le vicende dei protagonisti.

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