Nel mondo della narrativa gialla, Agatha Christie è celebre per la sua capacità di architettare complessi intrecci narrativi, dove ogni dettaglio ha una sua importanza. Ma ciò che accadde nel giugno del 1977 superò le trame stesse dei suoi romanzi: un suo libro, Un cavallo per la strega [The Pale Horse, 1961], divenne uno strumento inaspettato per salvare una vita reale.
Era un giorno qualunque per l’infermiera Marsha Maitland, quando nella sua clinica arrivò una bambina di appena 19 mesi, gravemente malata. La piccola paziente manifestava sintomi strani e preoccupanti: perdita di capelli, debolezza, dolori muscolari e sintomi neurologici. I medici erano sconcertati. Nonostante numerosi esami, nessuno riusciva a capire quale fosse la causa di quel rapido deterioramento. Le condizioni peggioravano di ora in ora, e la sua vita sembrava appesa a un filo.
Fu allora che accadde qualcosa di straordinario. Mentre osservava la piccola e ascoltava i medici discutere, l’infermiera Maitland ebbe una sorta di epifania. Quei sintomi, così peculiari, le ricordarono qualcosa, qualcosa che le sfuggiva ma che, come un’investigatrice dei romanzi gialli, era sicura che albergasse nella sua mente: un dettaglio, un particolare risolutivo. Finalmente le tornò alla memoria Un cavallo per la strega, uno dei romanzi di Agatha Christie che aveva letto di recente. Nel libro, Agatha Christie descriveva in modo preciso e dettagliato un avvelenamento da tallio, un raro metallo pesante che nel passato era stato spesso usato come veleno.
Il tallio è estremamente tossico, ma i suoi sintomi non sono sempre immediatamente riconoscibili, cosa che lo rende insidioso. Nel romanzo, i personaggi avvelenati dal tallio soffrivano di perdita di capelli, dolori muscolari e problemi neurologici—esattamente come la piccola paziente di Marsha Maitland.
Senza perdere tempo, Marsha Maitland riferì la sua intuizione ai medici. Sorpresi, ma disperando di trovare una qualsiasi altra risposta, decisero di testare la bambina per avvelenamento da tallio. E, incredibilmente, l’intuizione di Maitland si rivelò corretta. Gli esami confermarono la presenza di tallio nel corpo della bambina.
Grazie all’intuizione ispirata da un romanzo di Agatha Christie, i medici poterono intervenire in tempo, somministrando alla piccola il trattamento corretto per eliminare il tallio dall’organismo. La bambina, che sembrava destinata a un esito fatale, si riprese lentamente e riuscì a guarire.
Nel frattempo si indagò sulle possibili fonti di avvelenamento, e fortunatamente si poté concludere che era stata esposta accidentalmente, con ogni probabilità attraverso un veleno per topi che conteneva tallio, ampiamente utilizzato in quegli anni. Non ci fu quindi nessun intento doloso o criminale, ma piuttosto una sfortunata esposizione involontaria che non ebbe conseguenze fatali solo grazie al riferimento cruciale trovato nel romanzo della Christie dall’infermiera Maitland.
Questo incredibile episodio dimostra come un romanzo della scrittrice inglese, famosa per la sua precisione nei dettagli scientifici e tossicologici, abbia avuto un impatto reale e inatteso sulla vita di qualcuno. Un cavallo per la strega si dimostrò così non solo un romanzo avvincente, ma uno strumento di conoscenza che, in questo caso, fece la differenza tra la vita e la morte.
Agatha Christie non era un medico, ma il suo interesse per i veleni era alimentato da esperienze personali. Durante la Prima Guerra Mondiale aveva lavorato come assistente in una farmacia, e lì aveva acquisito familiarità con alcune sostanze tossiche e i loro effetti. Questo bagaglio di conoscenze divenne in seguito cruciale in alcuni dei suoi romanzi, ma probabilmente neanche lei avrebbe immaginato che, un giorno, uno dei suoi gialli sarebbe stato usato per un consulto medico.
L’ironia della sorte vuole che Agatha Christie, scomparsa nel gennaio del 1976, pochi mesi prima dell’avvelenamento, non seppe mai di aver salvato la bambina. La scrittrice, morta all’età di 85 anni, era già passata alla storia come la regina del giallo, ma non visse abbastanza per scoprire che uno dei suoi romanzi, pubblicato quindici anni prima, avrebbe contribuito a salvare una vita.
Senza rendersene conto, la Christie aveva lasciato un’eredità che andava oltre i suoi celebri intrecci e personaggi. Il suo amore per i dettagli e la sua meticolosa conoscenza dei veleni avevano trasformato Un cavallo per la strega in uno strumento medico, regalando una seconda possibilità a una bambina e uno straordinario aneddoto alla vita reale.
La storia della bambina e dell’infermiera Marsha Maitland è una testimonianza del potere della letteratura e dell’importanza di osservare, ricordare e agire. E per Agatha Christie, la regina del crimine, questo fu uno degli episodi più straordinari, benché indiretti, del suo lungo e glorioso contributo alla cultura e alla vita di milioni di lettori.
Caterina Mannelli