Ernest si passò una mano sulla barba, scrutando lo schermo del laptop come fosse una vecchia Remington da guerra. Gli tremava la palpebra sinistra, sintomo di troppe ore davanti a quella maledetta luce artificiale. Aveva finito il romanzo. Duecento pagine scavate come una trincea, asciutte come il sole di Pamplona. Si versò un dito di whisky e respirò a fondo.
Cliccò “invia” sulla mail indirizzata al suo editore. Un nome che non suonava più come Scribner o Maxwell Perkins, ma @trendylit_agency.com. Si accese un’altra sigaretta, anche se il pacchetto urlava a caratteri cubitali che lo avrebbe ucciso. Non che gliene importasse un gran che: era Hemingway.
La risposta arrivò dopo esattamente tre minuti:
Caro Ernest, il romanzo è potente, ma dobbiamo lavorare sul suo appeal digitale. Oggi la narrativa dev’essere veloce, fruibile. Abbiamo pensato: perché non farne una serie di post su Instagram? Magari anche qualche video su TikTok. Il tuo stile è ottimo, ma poco memabile. Serve qualcosa di più quotabile. Aspettiamo il tuo feedback. Baci, il team.
Hemingway sbatté il bicchiere sul tavolo. Memabile? Quotabile? Aveva scritto in trincea, aveva sfidato il mare, aveva visto il sole sorgere su Parigi quando era ancora una festa. E ora qualcuno voleva che condensasse tutto in un post da 280 caratteri?
Si prese una pausa: cercò di razionalizzare. Il mondo era cambiato. Non più caffè fumosi e discussioni con Ezra Pound, ma panel con influencer letterari e recensioni a cinque stelle date da account con nomi come @BookAddicted_99.
Accese Twitter e digitò:
Scrivere è semplice. Basta sedersi davanti a una tastiera e sanguinare.
Il tweet esplose. Retweet su retweet. Alcuni lo citavano con “Vibes Hemingway”, altri lo ridefinivano “un filosofo del minimalismo digitale”. Uno commentò: Ma Hemingway non era morto?
Dopo venti minuti, il suo agente lo chiamò, eccitato come un cacciatore che ha appena avvistato un leone:
Ernie! Sei virale! Devi cavalcare l’onda, fratello. Apriamo un canale YouTube dove racconti storie in 60 secondi?
Ernest guardò fuori dalla finestra. La notte era immobile, sorda, senza promesse.
Stava spegnendo la sigaretta nel bicchiere quando il telefono vibrò di nuovo:
Netflix è interessato. Ma devi riscrivere il finale, è troppo deprimente. Anche la scena in cui il protagonista beve whisky da solo: meglio se con un amico e uno sponsor di gin. Ci aggiorniamo domani?
Hemingway chiuse gli occhi. Ascoltò il mare, il vento di Key West. Poi digitò il suo ultimo post:
Per chi suona la campana? Non per me.
Chiuse il laptop. Guardò la parete alla sua sinistra, si alzò e afferrò il fucile. Lo teneva sempre carico. Si risedette e, tenendolo fermo con le cosce, si mise la canna in bocca. Poi diede una lieve spinta al grilletto.