Il figlio di un maestro del tè – un normale impiegato completamente integrato in uno stile di vita moderno – si trova circondato dalle donne che segnarono la vita di suo padre, senza riuscire a decidere quali legami mantenere e quali tagliare: è incapace di liberarsi veramente del fantasma del genitore, un uomo che ha dedicato tutta la vita all’inseguimento di un ideale estetico rappresentato dalla perfezione dei gesti e degli oggetti necessari a una cerimonia che, agli occhi del protagonista, non suscitano altro che noia e sgradevoli ricordi. Eppure per lui è fondamentale fare i conti con quel passato, che sente distante ma che è incarnato nelle donne che il padre ha amato e che egli stesso sente di amare, intrecciando relazioni destinate a concludersi in un’inevitabile tragedia.
Un racconto scarno, una prosa frammentata costruita per immagini e descrizioni essenziali e precise, che procede per simboli e allusioni: Yasunari Kawabata compone una profonda riflessione sul rapporto tra antico e moderno, tra la purezza della tradizione e l’involgarimento della modernità, in un confronto generazionale che ha come filo conduttore la cerimonia del tè, vista come esempio perfetto di quel bagaglio culturale che le nuove generazioni sembrano decise a rifiutare, sebbene tale rifiuto sia sempre accompagnato dal rimpianto.
Lettura raffinata, difficile ma affascinante, consigliata a lettori appassionati.