Le avventure di una sporca mulatta
La protagonista, un’attraente mulatta che ha studiato architettura e si è laureata alla scuola della vita commettendo un omicidio, scontando il carcere e prostituendosi, è “una comare istruita che mischia buffonate e poesia” e che vorrebbe diventare “una donna di classe, lavorare nel campo dell’arte”, diventare ricca e girare il mondo. Si esprime con scoppi di volgarità, citazioni colte e si racconta attraverso un intreccio inestricabile sospeso tra presente e passato, in un viluppo di analessi. Non esita a correre rischi per godersi la vita e si muove, circondata da un coro di personaggi, in una Cuba degradata nella quale è difficile mettere insieme pranzo e cena.
Un romanzo di narrativa selvaggia, costellato di disquisizioni letterarie semiserie e omaggi lovecraftiani, nel quale l’autore si cita e parla di sé; una storia che affascina, appassiona e fa digrignare i denti. Il realismo sporco di Fernando Velázquez Medina può dare fastidio, ma resta impresso nella mente e nelle viscere.
Chiude il volume un’interessante panoramica sulle pubblicazioni italiane di scrittori cubani dissidenti ad opera dello scrittore Gordiano Lupi.