L’«Acciaio» di Silvia Avallone

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La fastidiosa periferia di Piombino

Il romanzo racconta di due quattordicenni, inseparabili amiche, in piena crisi adolescenziale. La ricerca propria del loro percorso di crescita le porterà ad allontanarsi.
Sui temi dell’amicizia, del primo amore e della ricerca di sé (a mio avviso sufficienti per lo sviluppo del romanzo) si innestano temi più grevi come la violenza domestica, la droga, la delinquenza, la maternità in età adolescenziale e gli infortuni sul lavoro.

Le protagoniste, belle e impossibili, e un po’ antipatiche, sono mosse da valori vacui; gli adulti si comportano come i loro figli adolescenti; la comunità è completamente assente; e l’Isola d’Elba, dove i ricchi vanno in vacanza, viene dipinta come la terra promessa.

La lettura spedita e tutto sommato avvincente, unita a un’efficace descrizione dei luoghi, non è però sufficienta a ovviare ai tanti luoghi comuni, ai personaggi stereotipati, ai troppo numerosi temi e a qualche difetto di trama. La periferia dipinta dall’autrice brilla per negatività ma non graffia, lasciando solo un senso di fastidio.
Deludente.

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