Nathaniel Wingate Peaslee, professore dell’Università di Miskatonic, ha una strana amnesia che gli procura un totale cambiamento della personalità e gli fa intraprendere lo studio dell’occultismo e di altre materie oscure. Cinque anni dopo sembra ritornare in sé, senza però alcun ricordo di quel periodo di tempo. La memoria ritornerà a poco a poco, rivelandogli un segreto destinato a sconvolgere la sua stessa concezione del mondo.
Dopo una prima parte che ricorda molto alcuni racconti di Edgar Allan Poe, Lovecraft imbastisce l’ennesimo tassello della sua cosmogonia, riallacciandosi ad altre storie del Ciclo di Cthulhu e creando uno straordinario ibrido tra horror e fantascienza che, nella parte conclusiva, ci porta ad abbracciare un tema molto caro a Jorge Luis Borges.
Basato su un sogno dello stesso Lovecraft, si collega direttamente con il romanzo Le montagne della follia, il cui protagonista, il professor William Dyer, compie un viaggio in Australia insieme al professor Peaslee, e con il racconto La città senza nome, giacché il viaggio nel deserto arabo ricorda la patria di Abdul Alhazred, autore, oltre che del Necronomicon, del famigerato “distico inesplicabile”: Non è morto ciò che in eterno può attendere / e con il passar di strani eoni anche la morte può morire.
Lo stile fortemente oggettivato e ridondante, l’assillo descrittivo e la potenza evocativa fanno di questo romanzo breve, il penultimo pubblicato dall’autore, uno fra i migliori della sua produzione.