Tutto inizia con la caduta di un meteorite che sfugge a tutte le analisi scientifiche e si rimpicciolisce di giorno in giorno, fino a scomparire. Ma il suo influsso malefico non è destinato a estinguersi: anzi, si espande contaminando dapprima il terreno, poi il bestiame, infine le persone. A farne le spese è soprattutto la famiglia Gardner, ma una sinistra fama continua ad avvolgere la zona, tanto che un tecnico, venuto a fare un sopralluogo prima che la valle venga inondata per farne un bacino idrico, finisce per credere al racconto di Ammi, un contadino colto che gli testimonia la vicenda.
Uno dei migliori e più amati racconti di Lovecraft, Il colore venuto dallo spazio gode di uno strano equilibrio – assente in altre opere dell’autore statunitense – tra descrittivismo e azione: uno stato di grazia che ne ha fatto un’efficace fonte d’ispirazione per molta narrativa apocalittica e da cui sono stati tratti numerosi film, oltre che uno straordinario adattamento a fumetti da parte di Gou Tanabe.
Un brivido ci corre lungo la schiena durante la lettura, sembrandoci di essere realmente nei luoghi descritti. Un racconto estremamente efficace, che resta nella memoria.