L’architetto Garrone viene assassinato sulle colline torinesi e al commissario Santamaria, sagace poliziotto di origine meridionale, tocca sbrogliare una matassa che si dimostra subito ingarbugliata: tra i sospettati, infatti, ci sono due esponenti dell’alta borghesia e dell’élite intellettuale di Torino, ovvero la signora Dosio e l’eccentrico signor Campi, e presto si aggiungono alla rosa anche altri strambi personaggi come Lello, compagno di Campi e detective improvvisato, o l’americanista Bonetto, garbata presa in giro di certe figure di accademici. La soluzione del mistero è affidata ad un vero colpo di genio.
Romanzo epocale, anche se sembra difficile crederlo per i lettori odierni, La donna della domenica ha fatto storia per vari motivi: l’ambientazione torinese, così “familiare” ma nello stesso tempo inedita; i personaggi, ritratti veritieri (e soprattutto ironici) di un’alta borghesia che nell’Italia degli anni Settanta era ancora intoccabile; una trama perfetta, uno stile godibile.
Con questo romanzo il pubblico si accorse che anche in Italia si possono scrivere gialli di qualità, e immediatamente premiò un libro che la solita critica snob dell’epoca liquidò in fretta, salvo poi ricredersi in seguito.
Oggi La Donna della Domenica è riconosciuto in tutto il mondo come un capolavoro del genere investigativo e la lettura risulta ancora avvincente e appagante.