Fred Uhlman – Un’anima non vile

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Seguito di L’amico ritrovato, il romanzo Un’anima non vile riprende la storia dell’amicizia tra Hans Schwarz, un ragazzo ebreo di Stoccarda, e Konradin von Hohenfels, un nobile ariano, nella Germania degli anni Trenta, sullo sfondo della tragica ascesa del nazismo. Scritto in forma epistolare, è la confessione-testamento di Konradin, condannato a morte per aver partecipato al complotto contro Hitler, e si rivolge a Hans, rifugiato in America. Nella lettera, scritta tre giorni prima dell’esecuzione, Konradin ripercorre i momenti più significativi della loro amicizia, dal primo incontro a scuola alle confidenze, ai giochi, ai viaggi, fino alla rottura causata dalle leggi razziali e dalla propaganda antisemita. Konradin si scusa con Hans per averlo abbandonato e tradito, e cerca di spiegare le ragioni delle sue scelte, tra le pressioni della famiglia, l’indottrinamento del regime, il senso del dovere e il rimorso. Rivela anche di aver sempre ammirato e amato Hans, nonostante tutto ciò li separava.

Opera di grande sensibilità, che offre una prospettiva diversa non solo sulla vicenda già narrata nel romanzo precedente, ma anche su quel periodo storico. Una testimonianza che denuncia la follia e la violenza del nazismo viste dall’interno, una follia che ha finito col distruggere anche la patria di Konradin e il suo popolo.

Scritto con uno stile sobrio, ha la capacità di emozionarci facendoci riflettere da un punto di vista non banale.

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