Nella città di Giloc le condanne a morte vengono eseguite da un mostro armato di alabarda, liberato all’occasione: ogni esecuzione richiama sempre un folto pubblico, fino al giorno in cui il mostro fugge e incomincia a seminare il panico, uccidendo chiunque incontri sul proprio cammino. Tra coloro che si mettono alla sua ricerca ci sono un becchino gobbo con la passione della magia nera e Zaccaria, uno squinternato vagabondo di professione “acchiaparatti”.
Il punto di forza di questo romanzo sta nelle caratterizzazioni dei personaggi, assolutamente inedite per un romanzo fantasy: qui niente principesse guerriere, elfi saccenti o maghi maledetti, ma giganti che balbettano proverbi, assassini con la classica valigetta da killer (dove tengono però l’arco e le frecce), cattivi che non sono quello che sembrano…
Lo stile dosa con buoni risultati elementi di tensione, momenti più leggeri, descrizioni, scene d’azione; il tutto narrato con un linguaggio semplice, scorrevole e dialoghi convincenti, anche se un maggior lavoro da parte dell’editore avrebbe forse migliorato alcuni passaggi.
Un libro per i giovani lettori ma che potrebbe interessare anche gli adulti, purché siano appassionati di narrativa fantastica e siano disposti ad affrontarla con una certa dose di umorismo.