Bartleby è un impiegato che scrive un diario di note a piè di pagina. Prende il nome dallo scrivano di un famoso racconto di Herman Melville (Bartleby lo scrivano) e va alla ricerca dei Bartleby, esseri che ospitano in sé una profonda negazione del mondo. È un libro dedicato agli scrittori che smettono di scrivere o che non iniziano nemmeno: i Bartleby finiscono per non scrivere più nulla.
Quello che il romanzo ci invita a percorrere è un viaggio tra scrittura e vita. Pensatori smarriti e ricercatori dell’arte di smarrirsi ci guideranno nei meandri della pulsione negativa: incontreremo viandanti solitari che passeggiano tra brughiere scure, l’attenzione a intere biblioteche che alcuni autori scaraventeranno fuori dalle finestre, gallerie di aneddoti e citazioni circondate da tratti ironici.
Non esiste una formula in grado di risolvere la pulsione negativa e quella che verrà definita sindrome di Bartleby: lo scrivano è un esploratore che avanza verso il vuoto in questa ricerca. E ciò che prova a farci percepire e attraverso il silenzio di questi scrittori è quel silenzio che ci mette in contatto con l’enigma della parola.
Sono pagine emozionanti: un dono per gli amanti della letteratura.
Enrique Vila-Matas (Barcellona,1948) è autore di una vasta opera narrativa e, a proposito di Bartleby e compagnia, afferma: Mi appassiona tanto scrivere che non capivo come mai qualcuno potesse rinunciarvi, per questo ho esplorato il labirinto del NO.
Qui la recensione del romanzo “Bartleby lo scrivano” di Herman Melville