Gli scherzi della memoria
Un uomo, l’autore stesso, è alle prese con l’età che avanza, con il futuro che si restringe sempre più e con l’Alzheimer della madre ultranovantenne. Dai primi sintomi della malattia al difficile trasloco in una residenza per anziani: l’ormai cadente casa di famiglia viene chiusa, e con l’ultimo giro di chiave il passato è quasi del tutto perduto.
Il filo portante della narrazione è costituito dalle visite alla madre, con le sue domande ripetute in maniera ossessiva, i suoi smarrimenti, i suoi capricci quasi infantili, le crescenti difficoltà a riconoscere i nipoti o il figlio stesso, le dolorose lacerazioni che si producono in entrambi.
È interessante e moderno il modo in cui l’autore sceglie di raccontarci questa storia personale, alternando il commovente rapporto con la madre, le ricerche sul funzionamento del cervello e della memoria, lo spaesamento sulla caducità della vita e l’illusoria precisione dei ricordi. Risulta riduttivo definire questo manoscritto come semplice romanzo, proprio per la grande capacità di Bruno Arpaia di tenere assieme approfondimento scientifico, il racconto in prima persona della storia e le riflessioni sulla condizione umana, catturandoci e tenendoci ben stretti fino all’ultima pagina. È uno scrittore abile a maneggiare la scienza, infatti è da almeno una ventina d’anni che, attraverso i suoi romanzi e la sua curiosità, ci trasporta nella complessità delle questioni scientifiche: provando ad abbattere le barriere fra cultura scientifica e sapere umanistico.
L’amalgama di questi elementi produce un racconto emozionante, abitato dai demoni che tormentano l’uomo contemporaneo, che rappresenta con arrendevole ironia l’eterna lotta per dare un senso all’esistenza.